23 Giugno 2024, 05:01
2 min di lettura
CATANIA – Noleggi auto, fattorie didattiche, aziende agricole. Società edili, immobili, partecipazioni finanziarie, persino conti puliti appartenenti a “insospettabili”. I contabili della mafia, nel catanese, sono specializzati nel lavaggio del denaro sporco. E quei quattrini appartenenti ai clan, provenienti soprattutto dal traffico di droga, vengono riciclati dagli imprenditori collusi.
Nel primo semestre del 2023, nel Catanese, sono stati sottratti alla mafia qualcosa come 30 milioni di euro. Il conto, attraverso la relazione depositata dalla Dia al Parlamento, è presto fatto. Basta mettere in coda i sequestri disposti dalla Dda di Catania, a seguito delle indagini degli investigatori specializzati della polizia, dei carabinieri e della Guardia di Finanza.
Il 18 gennaio 2023 la Polizia di Catania ha eseguito un sequestro di beni mobili e immobili, per un valore complessivo pari a 1,5 milioni di euro, nei confronti di una persona “ritenuta vicino alla famiglia Santapaola-Ercolano”. Una delle figure emerse da quella operazione è Giovanni Fraschilla.
Il 26 giugno 2023 la Guardia di Finanza catanese ha eseguito un sequestro nei confronti di una persone ritenuta vicina al capo della frangia mafiosa di Acireale e Aci Catena, un’articolazione dei Santapaola-Ercolano in quella zona.
La figura emersa è quella di Alfio Brancato. E si parla di qualcosa come 300 mila euro. C’era un’attività commerciale operante quale spazio eventi per banqueting, fattoria didattica e gruppo estivo per bambini.
A seguito dell’operazione Agorà, tra il Calatino e il Sud Simeto, sono stati confiscati dai carabinieri beni mobili, immobili e compendi aziendali a carico del boss e di due imprenditori ritenuti vicini alla consorteria. Il provvedimento dei Carabinieri di Catania, eseguito il 26 aprile 2023, riguarda un patrimonio di circa 10 milioni di euro sequestrato a un figlio del boss Ciccio La Rocca, Gioacchino Francesco.
Il colpo più importante del primo semestre 2023 riguarda il clan Cappello, organizzazione parallela che non appartiene a Cosa Nostra ma è ugualmente strutturata e presente in varie zone dell’Isola. Qui è stata proprio la Dia a confiscare l’intero compendio aziendale di due società attive nel settore della raccolta e gestione dei rifiuti.
Poi numerosi immobili, un opificio, terreni, autoveicoli e rapporti bancari e finanziari. In questo caso il valore si aggira sui 18 milioni di euro. E riguarda gli eredi di un imprenditore deceduto, che era ritenuto “il volto imprenditoriale del clan Cappello”.
Pubblicato il
23 Giugno 2024, 05:01