Politica

Santapaola e la politica: “Ecco i nomi dei candidabili”

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23 Marzo 2021, 14:06

3 min di lettura

MISTERBIANCO (CT) – C’è un colpo di scena nello scioglimento per “infiltrazioni mafiose” del comune di Misterbianco. Il tribunale di Catania ha dichiarato che, escluso l’ex vicesindaco renziano Carmelo Santapaola, tutti gli amministratori “mandati a casa” per decreto, sono “candidabili”.

Lo scioglimento per “infiltrazioni”

Nel 2019, il comune di Misterbianco è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. nel mirino della commissione d’accesso sono finite alcune relazioni pericolose tra l’ex vicesindaco Carmelo Santapaola ed esponenti della criminalità organizzata. A partire dai suoi cugini, i Placenti, con interessi nel mondo della scommesse, ma anche con il fiuto degli affari e un’attenzione particolare verso il comune di Misterbianco.

Dall’ordinanza, sottolinea il tribunale di Catania, è emerso “il chiaro interesse del gruppo facente capo ai Placenti di condizionare la tornata elettorale amministrativa del Comune di Misterbianco e di poi l’azione dell’organo comunale, contando sulla presenza del “cugino” Santapaola Carmelo”.

Leggi: le intercettazioni della mafia a Misterbianco

L’atto d’accusa

I giudici richiamano alcuni passi della relazione della commissione d’indagine su Misterbianco, che si basano sulle dichiarazioni di collaboratori di giustizia. I pentiti, definiscono Santapaola come “cugino dei Placenti, si occupava di politica e, in cambio di voti, era “a disposizione” per far avere posti di lavoro ai parenti degli affiliati e fornire informazioni riservate su “appalti ed altro”. Il Santapaola vantava amicizie in Comune a Misterbianco e la possibilità di fare avere dei posti di lavoro ai parenti degli affiliati e così favorire il clan. Il predetto chiedeva al nostro gruppo i voti per poter essere eletto”.

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Le conclusioni

“Sussistono – scrive il Tribunale – concreti, univoci e rilevanti elementi per ritenere che l’attività del Santapaola come amministratore pubblico sia stata caratterizzata quantomeno da colpa, in quanto aperta alle ingerenze ed alle pressioni delle associazioni criminali operanti sul territorio”.

La sentenza

Il tribunale di Catania, prima sezione civile, presidente Massimo Escher e i giudici Marisa Acagnino e Stefania Muratore, estensore Stefania Muratore, hanno stabilito che sono “insussistenti i presupposti per la declaratoria di incandidabilità” di Antonino Di Guardo, l’ex sindaco, Stefano Santagati, Agata Pestoni, Domenico Caruso, Giuseppe Marco Corsaro, Andrea Riccardo La Spina, Andrea Rapisarda, Nunzio Santonocito. L’unico incandidabile è “Carmelo Santapaola”, ma solo per “il primo turno” successivo allo scioglimento del comune di Misterbianco.

Il commento

“La decisione dei giudici – ha commentato l’ex consigliere Corsaro, presidente del movimento civico “Guardiamo Avanti” – ci rinfranca e rasserena dopo mesi in cui abbiamo atteso questa determinazione nel doveroso e naturale rispetto del ruolo e del lavoro della giustizia, nonché dell’imparzialità dei suoi interpreti. In cuor mio non ho mai avuto dubbi, così come tanti altri miei concittadini. Li ringrazio uno per uno, così come dedico un pensiero di amore e gratitudine alla mia famiglia, agli amici e alla squadra di “Guardiamo Avanti”, per avermi sostenuto come sempre. Ora, però, deve essere Misterbianco e il suo futuro a tornare al centro di tutto. La nostra comunità vuole guardare avanti. Sono le aspettative della gente che vanno messe al primo posto – conclude Marco Corsaro – così come l’esigenza di assicurare alla città, al termine della gestione commissariale, un buongoverno basato su legalità ed efficienza”.

La nota dell’ex sindaco

“Personalmente, il provvedimento del Tribunale non mi sorprende avendo avuto piena consapevolezza di aver agito, nei miei cinque mandati di Sindaco, sempre e soltanto nel rispetto della legge, nell’esclusivo interesse della mia comunità e contro il malaffare e le mafie. Oggi la prima verità è emersa”. A parlare è l’ex sindaco Nino Di Guardo.

“È una bella notizia per Misterbianco. Nessuna ombra può offuscare l’integrità morale del suo Sindaco che potrà continuare, a testa alta, a servire la sua città.  Attendo con fiducia l’esito del ricorso avanzato al TAR del Lazio affinché vengano restituiti anche alla mia città, ingiustamente mortificata, l’onore e il prestigio che merita”.

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23 Marzo 2021, 14:06

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