02 Marzo 2018, 16:47
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CATANIA – L’uomo d’onore Carmelo Puglisi è stato condannato all’ergastolo. Il boss santapaoliano è accusato di aver ordinato l’omicidio di Franco Palermo nel 2009. La Corte d’Assise d’Appello ha confermato dunque la sentenza di primo grado del Gup ed ha accolto le richieste del Pg Giuseppe Lombardo. Condanna all’ergastolo confermata anche per un altro pezzo da novanta di Cosa nostra catanese, Lorenzo Saitta, conosciuto nella malavita come Salvuccio Lo Scheletro, accusato dell’omicidio di Pietro Giuffrida freddato davanti una sala giochi di Via Santissima Trinità il 22 agosto del 1999.
Dietro i due omicidi, rimasti irrisolti per diversi anni, vendette e regolamenti di conti. A dare uno scossone alle inchieste sui due delitti sono state le dichiarazioni di Santo La Causa, ex reggente della famiglia Santapaola-Ercolano e anche lui imputato nel processo. La Corte d’Assise d’Appello ha riformato la condanna nei confronti del collaboratore di giustizia, difeso dall’avvocato Maria Carmelo Barbera, a 24 anni e 2 mesi. La pena inflitta in primo grado era stata di 27 anni e 6 mesi.
L’udienza di oggi si è aperta con le repliche del Pg Lombardo, seguite da quelle dei difensori. La Corte d’Assise d’Appello si è ritirata in camera di consiglio intorno alle 11,30 e la sentenza è arrivata poco prima delle 14.
Carmelo Puglisi, difeso dagli avvocati Salvo Pace e Maria Lucia D’Anna, avrebbe avuto dunque il ruolo di mandante nell’omicidio dell’esponente dei Cursoti. Franco Palermo fu freddato il 27 settembre 2009 davanti agli occhi della moglie che era appena scesa dalla macchina per andare a giocare alla sala “Bingo” di via Caronda. I Santapaola sarebbero stai convinti che la vittima fosse uno dei killer di Giuseppe Vinciguerra, cugino di Orazio Magrì, ucciso il 7 aprile dello stesso anno. Per l’omicidio di Palermo, è in corso il processo di primo grado che vede alla sbarra proprio Magrì e l’uomo d’onore Daniele Nizza. La Procura ha già chiesto alla Corte d’Assise la condanna al carcere a vita.
Lorenzo Saitta, difeso dagli avvocati Francesco Antille e Francesco Carmelo Grimaldi (oggi in udienza sostituito dall’avvocato Salvatore Centorbi), sarebbe uno dei sicari che ha freddato Pietro Giuffrida 19 anni fa. L’omicidio sarebbe stato scatenato da una faida intestina alla cosca Santapaola per il controllo dei prestiti di usura e per la gestione del traffico di droga nella piazza San Cosimo. Il nome della vittima è finito negli atti di indagine di un omicidio eccellente: secondo la Procura sarebbe stato uno dei componenti del gruppo di fuoco di Maurizio Zuccaro che il 10 maggio del 1996 uccisero l’infiltrato Gino Ilardo.
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02 Marzo 2018, 16:47