15 Marzo 2016, 05:40
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CATANIA – Sarebbe stato operativo nonostante gli arresti domiciliari, anzi la “casa” di Rosario Lombardo sarebbe stata il covo per i “summit” della squadra operativa di Andrea Nizza. Gli incontri sarebbero avvenuti meno di un anno fa. Questo quanto ha rivelato Salvatore Cristaudo, ex soldato del boss di Librino, sul conto dell’uomo d’onore dei Santapaola nel corso di un processo. Anzi “Saro U Rossu” (questo il nome nella malavita) avrebbe addirittura avuto in mano “la carta degli stipendi”. Il collaboratore di giustizia lo racconta parlando di Danilo Scordino, fiancheggiatore di Andrea Nizza. Il nome – spiegava il pentito – sarebbe stato inserito nella lista degli stipendiati del gruppo dei Nizza. Elenco che Cristaudo avrebbe visto personalmente nei primi mesi del 2015 (poco prima del suo arresto) a “casa di Saro Lombardo”. Ed è in quell’occasione che Cristaudo parla dei summit a cui avrebbe “partecipato anche Franco Macrì”, responsabile di vertice delle piazze di spaccio di San Cristoforo.
Rosario Lombardo è il boss arrestato dai carabinieri per la condanna di secondo grado nel processo Stella Polare. L’inchiesta prendeva il nome della via dove U Rossu (braccio destro di Daniele Nizza) gestiva un fiorente traffico di droga. Il boss era il responsabile dell’approvviogionamento della cocaina. Ogni mese faceva arrivare grossi carichi a Catania da fornitori napoletani. Un milione di euro di stupefacente ogni trenta giorni. “U Rossu” ha anche creato un canale di rifornimento con i calabresi delle ‘ndrine di San Luca. Lombardo – emerge dalle carte della magistratura – gestiva la cassa comune: grazie alle intercettazioni gli inquirenti sono riusciti a definire il turn over. Anche un singolo spacciatore riusciva a “versare” 70 mila euro a settimana. I proventi totali erano di 300 mila euro mensili, per ogni piazza di spaccio. Facile capire i numeri da capogiro della “holding” mafiosa dei Nizza.
I militari sono andati a prelevare Rosario Lombado sabato nel suo appartamento a San Giorgio: la sua casa si trova nei pressi di via Biagio Pecorino, dove lo scorso agosto sempre i carabinieri avevano interrotto l’organizzazione di un concerto neomelodico proprio in onore del compleanno del mafioso santapaoliano. La scorsa estate compiva 47 anni, e forse il boss avrebbe voluto spegnere le candeline con sottofondo la voce di Gianni Vezzosi. All’epoca (per motivi di salute) era relegato agli arresti domiciliari.
Sulla testa di Rosario Lombardo non pesa solo la condanna per Stella Polare, ma anche quella in prima grado dell’inchiesta Ghost. Lombardo gestiva in maniera manageriale lo spaccio: breafing, turni e strategie per evitare i sequestri. Un vero “manager” della droga è quello che trapela dai faldoni dell’inchiesta del pm Rocco Liguori. E non è finita il suo nome è tra gli indagati per l’omicidio di Franco Palermo: il riesame ha annullato l’ordinanza a carico di Rosario Lombardo, ma l’inchiesta potrebbe essersi arricchita in questi mesi di nuovi elementi. U Rossu avrebbe partecipato ai sopralluoghi e agli appostamenti insieme a Daniele Nizza (rinviato a giudizio per questo omicidio) prima del delitto.
Rosario Lombardo è un uomo d’onore della famiglia Santapaola. I collaboratori di giustizia raccontano che il “battesimo” sarebbe avvenuto in carcere per volontà di uno della famiglia di “sangue”: Nino Santapaola in persona.
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15 Marzo 2016, 05:40