22 Novembre 2012, 22:32
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SAPONARA (MESSINA) – Luca, Giuseppe, Luigi. Tre nomi che Saponara non dimenticherà mai. Luca aveva 10 anni, Giuseppe 28 e Luigi 55, quando una frana travolse la piccola frazione di Scarcelli, esattamente un anno fa. Ed esattamente un anno fa morirono Luca, Giuseppe e Luigi. Tre vittime di una giornata di pioggia torrenziale a Saponara, in provincia di Messina. Una come quelle che fa danni ingenti, che uccide, come accade soltanto negli ultimi anni, in tutta Italia e non solo in quella che le cronache nazionali, dopo l’alluvione di Giampilieri, nel 2009, definirono terra di abusi edilizi: la Sicilia.
Luca Vinci, Giuseppe e Luigi Valla, padre e figlio, sono morti nella terra delle cose non fatte. O iniziate e mai portate a termine. Eppure, su quella frana che travolse la palazzina in cui vivevano le tre vittime, qualche giorno fa, la perizia depositata dal consulente cui la procura ad apertura inchiesta affidò incarico di accertare se esistessero responsabilità istituzionali sulla tragedia, dice che si è trattato di “frana superficiale lungo il pendìo”. Come a dire, spiega l’esperto tra i più noti in Italia in materia di dissesto idrogeogico, professore Francesco Fiorillo, che si è trattato di evento non prevedibile.
Non ci sono indagati, sin qui, per la morte di Luca, che oggi sarebbe stato un alunno di prima media; per quella di Giuseppe, che oggi sarebbe stato dottore in medicina, (gli mancavano pochi esami alla laurea); e di Luigi, che oggi avrebbe udito suonare le sirene della raffineria di Milazzo, in entrata e uscita da quello stabilimento in cui lavorava come operaio da quando era ragazzo.
Oggi è il giorno del ricordo a Saponara: una messa, nella Chiesa Madre di Saponara, cui hanno partecipato gli alunni dell’istituto comprensivo, le autorità civili e militari e gruppi di volontari che hanno offerto il loro aiuto durante i giorni drammatici dell’emergenza. Poi un convegno sul tema “Un anno dopo. Noi non ci arrendiamo”, cui ha partecipato il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta: “Bisogna equiparare le vittime dell’alluvione alle vittime della mafia – ha affermato il governatore -, inoltre faremo di tutto per risollevare le aziende colpite dal territorio. Si deve fare qualcosa, assolutamente”. Tra i presenti anche il prefetto di Messina, Stefano Trotta, il responsabile del dipartimento regionale di Protezione civile, Pietro Lo Monaco e il presidente della Provincia di Messina, Nanni Ricevuto. In serata una fiaccolata commemorativa delle vittime e dei superstiti dell’alluvione.
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22 Novembre 2012, 22:32