13 Gennaio 2014, 14:18
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PALERMO- “Vivendo all’estero (mi auguro non per sempre) si riscopre quanto sia bello essere italiani e forse ancor di più siciliani; a chi mi chiede mi piace infatti definire la Sicilia come un amplificatore dell’italia sia in tutti gli aspetti positivi che negativi. Ma ancor più di prima si ha anche la possibilità di capire la ‘notte culturale’ in cui è il nostro paese da decenni e di cui la politica è la peggiore espressione. Invito per questo tutti i miei amici a: continuare a votare anche se con gli attuali leaders politici e legge elettorale significa stra-tapparsi il naso; a non piegarsi al compromesso con il marcio nemmeno se apparentemente può portare qlcsa di buono (magari a un nostro caro); di continuare a investire su noi stessi come persone, negli studi e quando possibile professionalmente; e soprattutto nel non avere dubbi che l’italia sarà quello che vogliamo e costruiamo ogni giorno in tutti i contesti in cui viviamo. Buona Epifania! …o befana PS: sosteniamoci a vicenda nelle scelte giuste che richiedono coraggio e sono per questo controcorrente, perchè è così che ci si sveglierà e la notte potrà finire in Italia”.
Così il sei gennaio scorso, Saverio Bellante, uno dei tanti cittadini della monarchia costituzionale di Facebook, scriveva sulla sua bacheca parole condivisibili, tranquille, serene, con gli inciampi di scrittura consueti. Venate di una rabbia consapevole, ma non incivili. Grondanti di un misurato pathos, di un accoramento a fuoco medio per il proprio Paese. Parole di tutti i giorni. Che avrebbero attraversato anche questo tredici gennaio, imbattendosi in occhi curiosi del web, per poi sfiorire ed essere dimenticate. Ogni cosa posto, se non fosse per un particolare. Saverio Bellante, 34 anni, si è accusato – secondo il tam tam dell’informazione – di un delitto orrendo, di un atto d’antropofago, in una vicenda i cui macabri contorni sono ancora da chiarire.
L’Ansa delle 11.45 – come abbiamo riportato – recitava: “E’ il palermitano Saverio Bellante, nato il 17 luglio 1979, l’uomo che ha confessato di aver ucciso il proprietario della casa in cui viveva a Dublino (i due condividevano l’abitazione). Bellante lavora nella ditta farmaceutica ”Allergan” come assistente della clientela, ha studiato all’Itc Francesco Ferrara a Palermo, poi ha frequentato l’ateneo palermitano e quindi ha preso un master in ”etica degli affari, del consumo e della responsabilità sociale” nell’universita’ di Siena – Arezzo”. Sul suo profilo Facebook si vede che segue con attenzione il processo sulla presunta trattativa Stato-mafia”. Un’agenzia precedente aveva già raggelato il flusso di notizie, per il suo carico di orrore: “E’ reo confesso l’italiano di 34 anni arrestato a Dublino per l’omicidio del suo coinquilino Tom O’Gorman, 39 anni, a quanto pare in seguito a un diverbio sorto durante una partita di scacchi. Lo hanno riferito all’ANSA fonti locali, confermando quanto emerge sulla stampa irlandese secondo cui l’italiano si è consegnato alla polizia da lui chiamata sul luogo del delitto nella notte tra sabato e domenica. Inoltre, secondo l’Irish Independent, l’uomo ha pugnalato più volte la vittima con un coltello da cucina e si sarebbe avventato sul suo corpo. La polizia descrive la scena del crimine, la casa dove i due vivono a Castleknock, nella periferia della capitale irlandese, come ”terribile”. Secondo quanto scrive ancora il giornale l’uomo che ha confessato l’omicidio avrebbe anche detto alla polizia di aver ”mangiato il cuore” della sua vittima. Dalla autopsia risulta che l’organo fosse intatto ma che invece dal corpo di O’Gorman mancasse un polmone. L’italiano vive da due anni e mezzo in Irlanda dove lavora per una ditta farmaceutica e da qualche mese aveva preso una camera in affitto nella casa della vittima. O’Gorman era un giornalista e ricercatore per una organizzazione cattolica di Dublino, i cui membri si sono detti sconvolti per l’omicidio efferato nel quale ha perso la vita. Già oggi l’italiano comparirà in tribunale”.
Ecco. Una trama così grottesca da pensare a una novella di Edgar Allan Poe. Talmente surreale da confondere, da muovere all’incredulità. Cronaca nera, nerissima. Tanta. Troppa. Che spinge perfino i portatori di taccuini a sperare che sia solo una bugia, a diffidare un po’. Perché Saverio, nel suo spazio vitale sui social, dava di sé un riflesso ordinario. Troviamo fotografie nostalgiche di foto e mare. Clic con i parenti. Sorrisi che appartengono a tutti. Gesti di spensierata comunanza col genere umano. Le letture orientate a sinistra (“il Fatto”), l’attenzione proprio per mafia e trattativa. Ficarra e Picone nel loro giocoso augurio di buon anno. Sfottò anti-berlusconiani sulla statura di Brunetta. In prospettiva, anche le notizie della vittima sono appunti di tran-tran senza sussulti. Tom amava il Liverpool (secondo ciò che parrebbe di capire), Papa Giovanni Paolo II e i Pearl Jam. Certo, c’è quello scatto di Saverio, la foto che mostriamo di profilo, che ricorda un po’ l’allucinato De Niro in Taxi Driver. Ma sono sempre discorsi del poi. Discorsi che ci aiutano a trovare una spiegazione all’inspiegabile, quando qualcosa di singolare salta fuori, oltre il recinto delle nostre illusioni globali. E ci divora.
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13 Gennaio 2014, 14:18