06 Dicembre 2013, 06:01
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PALERMO – Quelle parole sono “gravissime e diffamatorie”. Per questo motivo, l’ex deputato dei Democratici e riformisti Riccardo Savona ha deciso di querelare il presidente della Regione Rosario Crocetta. La citazione in giudizio, per essere precisi, arriverà tra qualche giorno, visto che, in casi del genere, è prima previsto obbligatoriamente il ricorso alla “mediazione”. Ma si tratta, di fatto, di un atto propedeutico e che già contiene tutti gli estremi della denuncia. E soprattutto l’entità del risarcimento richiesto dal parlamentare al governatore: un milione di euro.
A curare la causa sono gli avvocati milanesi Raffaele e Tommaso Della Valle, oltre al legale palermitano Diego Ferraro. La denuncia fa seguito alle parole del presidente Rosario Crocetta in occasione della convention dei Democratici riformisti che si è svolta a Campofelice di Roccella il 19 ottobre scorso.
Il governatore, in quell’occasione disse, come riportarono le agenzie: “In questa sala c’è qualcuno che non ci deve stare e deve uscire immediatamente”. Il riferimento era rivolto a una vicenda del 2010, già ampiamente nota alle cronache. Savona, infatti, fu intercettato dalla Dia mentre parlava al telefono di affari con Vito Nicastri, l’imprenditore considerato il “re dell’eolico” e vicino al boss latitante Matteo Messina Denaro. Un riferimento ribadito in un “virgolettato” dello stesso Crocetta, ripreso dal quotidiano La Repubblica. Quella pagina è allegata alla querela. “Ho cacciato dalla sala un deputato, Riccardo Savona – dichiarò al giornale Crocetta – che visti i suoi rapporti con imprenditori legati a Matteo Messina Denaro non può far parte della maggioranza che mi sostiene. A Salvatore Cardinale – continuava il presidente – l’avevo già detto e adesso l’ho ribadito: se rimane Savona, i Drs sono fuori dalla maggioranza. Con me non ci sono compromessi, il mio gesto rimarrà nella storia di questa Regione”.
Da quella inchiesta della Dia, a dire il vero, non scaturì nemmeno un’indagine nei confronti del deputato. Una circostanza sottolineata nella “domanda di mediazione” che prepara la citazione in giudizio. “La domanda promossa dall’onorevole Savona – scrivono i legali – è volta ad ottenere un risarcimento dei danni morali e materiali la cui misura dovrà tenere conto sia della gravità del fatto e della colpa della controparte, che della oggettiva gravità delle affermazioni infamanti, del loro intrinseco potenziale diffamatorio, nonché della notorietà e qualifica del soggetto leso”.
Un danno che per gli avvocati Della Valle e Ferraro è “a sei zeri”. Quantificabile in un milione di euro. “Tale ristoro – proseguono i legali – è dovuto in seguito alle parole gravissime e diffamatorie proferite dal governatore della Sicilia Rosario Crocetta”, in occasione della manifestazione organizzata a Campofelice. In platea, quel giorno, c’erano anche parlamentari nazionali come Beppe Lumia e Giuseppe Fioroni. Poco dopo il suo arrivo, intorno a mezzogiorno, il presidente Crocetta prende la parola. Ed ecco quasi subito le frasi “incriminate”. La prima è una “citazione” di Pio La Torre, ex segretario del Pci, ucciso dalla mafia nel 1982 (“In questa sala c’è qualcuno che non ci dovrebbe stare e che dovrebbe uscire immediatamente”). Ma non solo, il presidente avrebbe aggiunto: “Chi ha fatto affari con Nicastri, Matteo Messina Denaro e la mafia, deve uscire immediatamente”.
“Nel corso della giornata e nei giorni successivi – si legge sempre nell’atto depositato ieri dagli avvocati del deputato – l’onorevole Crocetta aveva specificato a numerosi giornalisti” che quelle frasi erano rivolte proprio a Savona. Da lì, una serie di conseguenze per il politico. “Il gruppo parlamentare dei Drs – ricordano i legali del deputato – ha chiesto la sospensione dell’onorevole Savona dalla carica di componente della commissione parlamentare affari Costituzionali (in realtà la commissione è quella degli “Affari istituzionali”, ndr) con conseguente danno alla sfera professionale, oltre che personale” di Savona.
“Le frasi diffamatorie hanno, infatti – proseguono gli avvocati – provocato la delegittimazione professionale ed umana del deputato Savona – e, di riflesso, della di lui famiglia – impropriamente accostato alla mafia ed etichettato come colui che ha fatto affari con la mafia e con Matteo Messina Denaro. Per tali motivi – concludono i legali di Savona – il soggetto danneggiato e diffamato – per dovere di cronaca mai stato oggetto nemmeno di indagini da parte della Procura – ritiene di aver subito un danno complessivo sin da ora quantificabile nella somma di un milione di euro”. Un “danno” a sei zeri.
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06 Dicembre 2013, 06:01