La moglie del deputato e la truffa| “Mettetemi alla prova”, no del pm

di

28 Gennaio 2020, 20:07

2 min di lettura

PALERMO – Maria Cristina Bertazzo, moglie dell’onorevole Riccardo Savona, vuole chiudere con la messa alla prova il suo procedimento giudiziario. Il pubblico ministero ha dato parere negativo. Sarà il giudice per le indagini preliminari a decidere cosa fare all’udienza fissata ad aprile.

La donna è indagata per truffa e appropriazione indebita assieme al marito. Sarebbe stata protagonista di una serie di compravendite immobiliari che sono ritenute fittizie. La posizione di Savona, presidente della Commissione bilancio dell’Ars, è stata separata. L’avvocato Giada Traina ha presentato una memoria difensiva ed è certa che possa bastare a chiarire l’estraneità del deputato e a portare all’archiviazione della sua posizione. Ed infatti la richiesta di “messa alla prova” è stata avanzata solo per la moglie. 

Si tratta di un istituto che prevede la sospensione del procedimento a condizioni che si accetti di svolgere lavori di pubblica utilità e si risarcisca il danno provocato. Ed ecco la nota dolente: la donna avrebbe proposto transazioni che potrebbero essere state ritenute insufficienti per riparare il danno provocato.

Sono dieci le persone che si erano rivolte alla donna per acquistare un immobile solo che dopo avere consegnato un acconto sarebbero rimaste con un pugno di mosche in mano. Niente casa e niente soldi. Bertazzo avrebbe proposto risarcimenti danni considerati in alcuni casi non congrui e con modalità di restituzione diluite nel tempo. Proposte che non avrebbero convinto le vittime che si sono affidati agli avvocati Vincenzo GIacona, Paolo Grillo, Corrado Sinatra e Fabrizio Ventimiglia. In ogni caso, fa sapere l’avvocato Traina, qualora venisse bocciata dal giudice, la richiesta potrebbe essere reiterata in dibattimento. Al giudice è stato presentato uno specchietto del piano di rientro proposto.

Articoli Correlati

Secondo il pubblico ministro Vincenzo Amico – all’inizio al caso ha lavorato anche il pm Francesca Dessì – il raggiro ammonterebbe a 500 mila euro. Cifra contestata dalla difesa. Tutti soldo che Bertazzo si sarebbe fatta consegnare promettendo l’acquisto di case all’asta o inserite in procedure fallimentari. Doveva essere un grande affare ed invece darebbe stato un grande raggiro.

La donna per dare credibilità alle operazioni avrebbe speso il nome del marito deputato regionale. Marito e moglie l’anno scorso sono finiti coinvolti in un’altra grana giudiziaria: avrebbero sottratto circa 800 mila euro di fondi regionali destinati alla Formazione professionale sfruttando la copertura di alcuni enti.

 

Pubblicato il

28 Gennaio 2020, 20:07

Condividi sui social