Sbarcati 263 migranti a Catania |Famiglie in cerca di speranza

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07 Ottobre 2013, 22:54

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La nave che ha soccorso i migranti (Foto Orazio Di Mauro)

CATANIA – Intere famiglie. Dal nonno al nipote. Un esercito di 263 persone, tra siriani e palestinesi, sono sbarcati alle prime luci dell’alba al Porto di Catania. Erano a bordo di un barcone precario e con seri problemi di galleggiamento. I migranti viaggiavano in direzione Siracusa, la Centrale Operativa della Capitaneria di porto di Roma lo ha localizzato ieri sera settanta miglia a sud-est del capoluogo aretuseo. E’ immediatamente scattata l’operazione per il salvataggio: dal Comando Generale è disposto e coordinato l’intervento della motonave “Begonia G.”, un mercantile battente bandiera panamense, per il soccorso dei passeggeri del barcone. Una volta trasferiti nell’imbarcazione il mercantile, sempre seguendo le disposizioni della Capitaneria di porto, ha fatto rotta verso il porto di Catania dove è arrivato alle 5 del mattino. Le fasi di attracco sono durate circa 40 minuti: lo sbarco dei migranti è iniziato, infatti, intorno alle 6.

I migranti a bordo del mercantile

Sul molo di mezzogiorno è stato organizzato un presidio medico da parte degli operatori del 118,  Croce Rossa e Protezione Civile: tutto sotto la guida della Prefettura. A coordinare le operazioni di sbarco la Capitaneria di Porto di Catania, con il supporto di Polizia, Guardia di Finanza e Carabinieri. In totale sono 263 i migranti, di cui 63 donne, 79 minori e 121 uomini. (Tra questi anche un disabile) 5 persone sono state trasferite in ospedale. A seguito della foto identificazione, i migranti sono stati rifocillati e sono stati sottoposto ad una prima visita medica. Prima di essere trasferiti nelle strutture idonee a ospitarli il Comune ha concesso l’utilizzo del PalaSpedini come sito per l’accoglienza temporanea.

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Volti stravolti e provati dal lungo viaggio. Molte mamme piangono accanto ai loro bambini assettati e infreddoliti. Una donna non vuole lasciare la mano del figlio nemmeno durante le fasi di sbarco: inutili le rassicurazioni degli operatori. Alcuni hanno una valigia in mano, ricordo prezioso di una terra, ormai lontana. Ora cercano una nuova casa. In alcuni, appena toccano terra, c’è l’ombra di un sorriso e negli occhi, ancora spaventati, c’è un luccichio di speranza.

 

 

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07 Ottobre 2013, 22:54

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