28 Luglio 2020, 12:26
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PALERMO – E’ l’emergenza nell’emergenza. E, ahinoi, non era difficile pronosticarlo. Il luglio 2020 passerà alla storia come uno dei mesi più critici per la Sicilia, da anni terra di approdo per migranti in fuga da guerre e povertà, che quest’anno deve fronteggiare anche i rischi sanitari derivanti dalla pandemia da Coronavirus che ha flagellato il mondo quest’anno.
La situazione è ai limiti della sostenibilità. Le coste siciliane da settimane sono prese d’assalto da barche e barchini colme di migranti a caccia di una vita migliore nel Vecchio continente; l’hotspot di Lampedusa è stracolmo, con presenze quasi dieci volte superiore alla capienza massima prevista. L’ultimo arrivo nella struttura di accoglienza della più grande delle isole Pelagie è della scorsa notte, quando la guardia costiera ha rintracciato tre barche, rispettivamente con 106, 13 e 9 migranti a bordo. Le persone sono state sbarcate al molo commerciale e poi portate all’hotspot dove gli ospiti presenti sono arrivati a 872 a fronte, come dicevamo, di una capienza massima prevista per 95.
Superlavoro per le forze dell’ordine e militari. Sempre stamattina, cinque tunisini, ritenuti scafisti, sono stati sottoposti a fermo di polizia giudiziaria dalla Guardia di finanza e della Guardia costiera. Il gip del tribunale di Agrigento ha già convalidato il fermo, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, e gli indagati sono stati portati in carcere. Lo scorso lunedì, i militari sono riusciti a intercettare e bloccare il peschereccio tunisino che aveva sbarcato un gruppetto di connazionali sull’isola di Lampione, poco distante da Lampedusa. Dopo aver ricevuto una segnalazione dal personale dell’area marina protetta Isole Pelagie, che ha assistito allo sbarco, la Capitaneria ha allertato il dispositivo di vigilanza marittima. Una vedetta della sezione operativa navale di Lampedusa ha intercettato, in acque territoriali, il peschereccio e lo ha scortato fino al porto, mentre un’altra motovedetta recuperava i migranti abbandonati a Lampione. E ancora, stamattina, sette barchini, con un totale di 45 tunisini, sono stati intercettati e bloccati dalla Guardia di Finanza e dalla Guardia costiera. Tre delle piccole imbarcazioni sono riuscite ad arrivare direttamente sulla terraferma di Lampedusa. Tutti i migranti sono stati portati all’hotspot.
Parla il procuratore di Agrigento. “Il fenomeno dell’immigrazione clandestina di queste ultime settimane ha riguardato quasi esclusivamente cittadini tunisini che con grossi barconi da pesca hanno accompagnato, in modo affidabile e sicuro, loro connazionali a Lampedusa o addirittura fino sulle coste agrigentine. Talvolta sui barconi tunisini sono stati imbarcati anche subsahariani o bengalesi – ha detto il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio -“. La Procura, al momento, sta vagliando la posizione di 20 tunisini che, utilizzando il sistema della “nave madre”, si apprestavano a fare sbarcare a Lampedusa altri loro connazionali alcuni dei quali minorenni. “La rotta tunisina ha delle peculiarità che la differenziano da quella libica, al momento frenata dalla guardia costiera libica, in quanto è utilizzata da tunisini che non fuggono da situazioni di persecuzione politica o razziale ma che cercano in Italia solamente migliori condizioni di vita e di lavoro. E’ un tipo di immigrazione – ha aggiunto Patronaggio – che probabilmente potrebbe essere arginata o regolamentata con successo da accordi politici internazionali bilaterali ovvero multilaterali con Tunisi. Sulla scorta delle conoscenze processuali acquisite, riteniamo che non è complesso identificare gli organizzatori di tali traffici e le loro basi logistiche e predisporre conseguentemente efficaci servizi di prevenzione e controllo”. “Il numero abnorme di immigrati da gestire potrebbe tuttavia fare emergere situazioni di illegalità e atti di violenza che impongono a quest’ufficio – ha concluso – una vigilanza e un controllo non comuni, attività a cui questa Procura non si sottrarrà operando con la consueta serena severità”.
La situazione a Porto Empedocle. Intanto sono 320 i migranti che, stanotte, lasciandosi alle spalle la tensostruttura di Porto Empedocle, sono partiti alla volta di centri d’accoglienza del Lazio. In giornata è prevista la partenza degli altri, secondo il piano di trasferimenti varato dalla Prefettura di Agrigento: poco meno di 200 per il Piemonte. La tensostruttura della Protezione civile, allestita accanto alla banchina del porto e utilizzata come punto di raccolta dopo che i migranti vengono trasferiti da Lampedusa a Porto Empedocle, dovrebbe dunque temporaneamente restare vuota. Dalla struttura, ieri, c’era stata la fuga di poco meno di un centinaio di migranti. All’alba, dopo un’intera notte di ricerche e perlustrazioni da parte di polizia, carabinieri e Guardia di Finanza, erano state rintracciate poco più di una cinquantina di persone. Alcuni migranti in fuga sono tornati indietro spontaneamente: sono stati avvisati, al cellulare, da connazionali rimasti nella tensostruttura che era stato pianificato il loro trasferimento. Anche da Lampedusa è previsto il trasferimento di alcuni profughi verso altre strutture in Italia. Ieri sera sono stati 43 i migranti trasferiti con il traghetto di linea per Porto Empedocle, dall’hotspot di Lampedusa. Il gruppo è già in viaggio per una struttura d’accoglienza di Palermo. La Prefettura di Agrigento, provando ad alleggerire le presenze nell’hotspot ha pianificato per la tarda mattinata il trasferimento, sempre con la motonave di linea, di altre 200 persone che una volta arrivate, in serata, a Porto Empedocle verranno caricate su dei pullman con destinazione alcuni centri d’accoglienza del Molise.
Il sindaco di Porto Empedocle critico con il ministro Lamorgese. “No alla nave quarantena da 1.000 posti ancorata davanti a Porto Empedocle. Venga messa al largo di Lampedusa così si evita il trasbordo con i traghetti di linea che mette in pericolo i viaggiatori e recano danno sia al turismo che agli operatori del mercato del pesce che sono costretti a ritardare l’accesso nei mercati ittici”. Lo ha affermato il sindaco di Porto Empedocle (Ag), Ida Carmina (M5S), in merito a quanto annunciato ieri dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. “Per smistamenti e trasferimenti, i migranti vengano poi diretti verso le zone dove c’è disponibilità di posti per l’accoglienza – ha aggiunto -. Vorrei sapere dei 12.000 arrivati sino ad ora in Italia quanti ne siano passati dal nostro porto e quanti negli altri porti italiani? Ci vuole una equa ripartizione degli sbarchi. Io sono per i ponti aerei da Lampedusa e per una missione militare di pace che gestisca adeguatamente il fenomeno migratorio garantendo la sicurezza sanitaria. Come giustamente ha dichiarato il ministro Luigi Di Maio, che ringrazio per la solidarietà, evidenziando la gravità di quanto successo e l ‘esigenza prioritaria della tutela della salute pubblica anche nella gestione del fenomeno migratorio”.
Fuga da Caltanissetta. Mancano ancora all’appello 44 migranti dei 184 fuggiti domenica pomeriggio dal Cara di Pian del Lago di Caltanissetta, tutti di nazionalità tunisina. Le forze dell’ordine sono ancora impegnate nelle ricerche. Intanto il prefetto di Caltanissetta, Cosima Di Stani, ha fatto sapere che, relativamente al Covid-19, non c’è alcun rischio. “Non sussistono pericoli legati al Covid – ha detto il prefetto – in quanto i cittadini stranieri, già sottoposti al test sierologico con esito negativo al momento dello sbarco, sono stati sottoposti subito dopo l’ingresso nel Centro Governativo di Prima Accoglienza di Caltanissetta al tampone rinofaringeo dall’Asp, anch’esso con esito negativo per tutti gli ospiti”. Il Prefetto, d’intesa con le Forze dell’Ordine, ha disposto un’intensificazione dei controlli affinché il periodo di quarantena ancora in corso venga rispettato.
Militari per presidiare i centri di accoglienza. Ieri l’annuncio dell’invio di personale militare dell’ operazione Strade sicure per presidiare i centri d’accoglienza dei migranti, dopo le fughe di massa.
Il sindaco di Caltanissetta scrive al ministro Lamorgese. Il sindaco di Caltanissetta Roberto Gambino ha scritto stamattina una lettera al ministro dell’Interno Lamorgese. Un grido di aiuto per sensibilizzare il governo nazionale sull’emergenza che vive la Sicilia e Caltanissetta in questi giorni. “Sento la necessità drammaticamente impellente di segnalarle la difficile situazione che sta vivendo la mia città – scrive Gambino -. Caltanissetta ospita il centro di accoglienza per i migranti Cara, dal quale sono scappati più di 184 ospiti in quarantena in una sola notte. Raggiungendo in poche ore numerose zone residenziali vicine alla città. Comportando un enorme lavoro di ricerca da parte delle forze dell’ordine e la condizione di panico nella quale sono piombati i cittadini. Il centro di accoglienza non è adeguatamente protetto, troppo pochi i rappresentanti delle forze dell’ordine a tutela. Intanto noi sindaci e nel caso specifico il sottoscritto diventiamo ogni giorno di più bersaglio di invettive da parte dei cittadini che dovrebbero sentirsi protetti e sicuri. Una sicurezza che invece nella mia città non si percepisce più. Dando spazio a derive intolleranti e razziste.
Noi sindaci siamo colpevolizzati per gli effetti di decisioni e responsabilità che non ci competono e che non ricadono nelle prerogative del nostro mandato. Le chiedo pertanto di disporre immediatamente il blocco di ogni trasferimento dei migranti a Caltanissetta fino a che non sarà possibile assicurare il controllo efficace degli stessi all’interno della struttura ed aggiungo inoltre la richiesta indifferibile di evacuare il centro di Pian del Lago troppo affollato oramai, di cui deve essere ripristinata quanto prima la funzione originaria, ovvero quella di accogliere soltanto i richiedenti asilo. L’obiettivo primario deve essere la sicurezza e la tranquillità dei cittadini unica condizione che può sostenere politiche di reale e capillare integrazione. Con tutti sensi della mia stima ed in attesa di un Suo cortese e sollecito riscontro”.
L’attacco di Salvini al governo. “Abbiamo un governo di incompetenti e di complici degli sbarchi – ha detto il leader della Lega Matteo Salvini -. Non serve mandare altri militari ma chiudere i porti che vanno sigillati. Io l’ho fatto e vado a processo per quello, invece dovrebbero andarci chi aiuta i trafficanti”.
La nota del leader del Pd Zingaretti. “Solidarietà e sicurezza sono valori che possono e debbono andare di pari passo. Per la verità sono mesi che poniamo questi temi. Ora ribadiamo, occorre lavorare affinché il Governo urgentemente e nella sua interezza affronti in maniera adeguata questa complessa materia – scrive il leader del Pd -. Quanto sta avvenendo nel Mediterraneo sui flussi migratori era abbastanza prevedibile. Era chiaro da mesi che gli effetti dell’epidemia, anche dal punto di vista economico e sociale, avrebbero posto in forma inedita questo tema. Sono scenari che il Governo deve valutare con la più grande attenzione. Ora occorre un impegno straordinario su più fronti: nel campo dell’accoglienza, del collocamento in Europa e in Italia dei flussi, di presenza politica e chiarezza nei confronti dei Paesi di partenza, a cominciare dalla difesa dei diritti umani, dalla ricostruzione della rete di accoglienza in Italia”.
Tensione a Siracusa. Due migranti sono stati denunciati dalla polizia per sequestro di persona. Gli agenti delle volanti sono intervenuti nel centro dei Pantanelli a Siracusa dove sono ospitati alcuni cittadini extracomunitari: due di loro, uno originario del Togo di 33 anni ed uno del Mali di 20 anni, avevano sequestrato, chiudendo i cancelli con delle catene e dei lucchetti, il personale della struttura, in segno di protesta per la scarsa qualità del cibo e per una toilette non funzionante. Dopo l’arrivo della polizia i migranti hanno liberato i dipendenti del centro.
Il bando per le navi quarantena. Intanto, dopo che i primi tre bandi sono andati deserti, scadrà domani alle 12 il termine per la presentazione della manifestazione di interesse da parte degli operatori economici che vorranno mettere a disposizione del Viminale una nave dove far svolgere il periodo di quarantena ai migranti che sbarcano. Il valore dell’appalto è di 4.793.200 euro più Iva. I Fermo restando che le risorse saranno corrisposte in funzione del numero di migranti effettivamente ospitati. L’unità navale, italiana o comunitaria, dovrà avere da 285 a 460 cabine per ospitare tra 250 e 400 migranti, per un periodo di 92 giorni. La durata dell’appalto è fino al 31 ottobre 2020. La procedura di affidamento del servizio, si legge nel bando, “sarà svolta con termini abbreviati consoni al contesto emergenziale, tramite procedura negoziata previa pubblicazione del presente avviso, da aggiudicarsi con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa che consenta all’Amministrazione di dotarsi della unità navale che assicuri il maggior numero di cabine al minor prezzo”. La nave dovrà consentire la possibilità di confinamento in area controllata di almeno dieci migranti con sintomi di contagio Covid-19 con impianto di ventilazione indipendente o possibilità di aereazione diretta con l’esterno; il confinamento deve avvenire in cabina singola, comprensiva di locale igiene indipendente. Dovrà avere da 35 a 60 cabine singole da destinare al personale in assistenza sanitaria. Il vitto sarà erogato “anche in conformità ai dettami delle diverse religioni”.
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28 Luglio 2020, 12:26