Sbarco in Sicilia, Pogliese: |”Opportunità per il turismo”

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10 Luglio 2013, 16:26

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Il convegno dedicato al 70esimo anniversario dell'Operazione Husky

CATANIA – “Non potevamo organizzare questo evento in una giornata diversa”. Lo ha detto il vicepresidente dell’Ars, Salvo Pogliese, in apertura del convegno “Sicilia 1943, Operazione Husky”, organizzato stamane al centro fieristico le Ciminiere, in concomitanza con il settantesimo anniversario dello sbarco degli alleati nell’isola. Una location tutt’altro che improvvisata. La scelta, infatti, di rievocare gli eventi del luglio del ’43, a pochi metri dal museo permanente che ricorda appunto l’operazione militare che diede il via alla conquista del territorio italiano, è strettamente legata ad una ampia strategia di promozione turistica regionale.

“Io sono convinto – spiega Salvo Pogliese- che se noi riuscissimo a mettere a sistema quello che è ancora visitabile in Sicilia, con in testa proprio il nostro museo, riusciremmo a fare un grande servizio, in termini economici, alla nostra terra. Basta guardare -sottolinea- all’esempio della Normandia. Da parte nostra ci stiamo muovendo in questa direzione. Abbiamo già attivato – spiega ancora il parlamentare Ars- una campagna promozionale capillare: contattando tutte le associazioni d’arma delle nazioni coinvolte nello Sbarco, quelle di modellismo e di softair, fino alle società di storia patria e i dipartimenti di storia delle università. Abbiamo realizzato inoltre – aggiunge Pogliese- inserzioni pubblicitarie sulle più importanti riviste di storia, quali Focus, History della BBC e Storica del National Geographic. Questa per noi è dunque una sfida. Partiamo- conclude- dal pretesto del settantesimo anniversario per determinare un flusso turistico settoriale, costante e destagionalizzato”.

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Una sfida raccolta anche dall’appena eletto sindaco di Catania, Enzo Bianco: “È una iniziativa estremamente efficace, legata ad un progetto che dimostra di avere sicuramente una prospettiva futura. Bisogna fare dunque squadra. Solo così -sottolinea Bianco- possiamo offrire una offerta turistica di alto profilo”.

Accanto alle progettualità turistiche legate allo Sbarco, la vicenda rievocata stamani resta pur sempre una delle pagine più drammatiche della storia italiana. “La Sicilia –  ha detto Francesa Ganci, Segretario generale della Provincia – patì più di altre regioni l’avanzata angloamericana. Noi per loro eravamo poco più degli africani, e non italiani. Se per il resto d’Italia si è potuto parlare di liberazione, quella siciliana – ha aggiunto- fu una vera e propria occupazione”. Per il senatore Andrea Augello durante lo sbarco “avvennero dei veri e propri crimini”. Anche lo storico Ezio Costanzo crede che vi siano “degli aspetti su cui si dovrebbe ancora indagare”. Ma guardando all’ipotesi che a favorire lo sbarco in Sicilia vi fu un accordo tra Cosa Nostra e il governo Usa è tranchant: “Mafia o no lo Sbarco sarebbe avvenuto lo stesso”. Una linea interpretativa sostenuta pure da Tino Vittorio, storico in forza all’ateneo catanese: “Alcuni che sotto il Fascismo erano stati per così dire “sotto” -spiega a LiveSiciliaCatania- sono riemersi successivamente, ma non perché mafiosi, ma perché punto di riferimento per il consenso. Ma attenzione, quello stesso consenso non venne gestito attraverso la Mafia. Il punto è – conclude laconicamente- che la democrazia ha liberato anche queste forze”.

 

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10 Luglio 2013, 16:26

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