Scaduti i termini cautelari | Padre Nuvola torna libero

di

13 Maggio 2014, 12:52

2 min di lettura

PALERMO – E’ di nuovo un uomo libero. Non più prete libero perché è stato sospeso a divinis. Aldo Nuvola ha lasciato il carcere dell’Ucciardone per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Un recente pronunciamento delle sezioni unite della Cassazione ha risolto il contrasto sull’interpretazione dell’articolo 600 bis del codice penale stabilendo che “la condotta consistente nel promettere o dare denaro o altra utilità, attraverso cui si convinca una persona tra i 14 e i 18 anni a intrattenere rapporti sessuali esclusivamente con il soggetto agente, non integra l’induzione alla prostituzione minorile”.

Su questa base, i difensori dell’indagato, gli avvocati Nino Caleca e Mario Zito ne hanno chiesto la scarcerazione. I pubblici ministeri Claudio Camilleri e Calogero Ferrara hanno dato parere favorevole. Ad una condizione, però, accolta dal giudice: l’obbligo di non allontanarsi da casa tra le 19 e le 9 del mattino. Proprio per evitare quegli incontri sessuali che rischiano di costargli una condanna a sei anni.

Articoli Correlati

A tanto ammonta la pena chiesta per Aldo Nuvola, arrestato a luglio scorso, per atti sessuali con minori. Il 9 giugno la sentenza davanti al Gup Riccardo Ricciardi. Gli investigatori hanno individuato cinque ragazzini con i quali il prete avrebbe avuto rapporti a pagamento o avrebbe tentato di averli. Le relazioni del sacerdote vennero fuori nel corso dell’indagine sull’omicidio dell’imprenditore Massimo Pandolfo, ucciso il 24 aprile dello scorso anno. I carabinieri intercettarono una telefonata tra il diciassettenne arrestato per il delitto e il prete. I due avrebbero avuto una relazione. Il minorenne chiamò don Nuvola pochi minuti dopo l’assassinio. Interrogato dai carabinieri il 17enne confessò i suoi rapporti col sacerdote che venne intercettato: da qui la scoperta del giro di prostituzione minorile che padre Nuvola frequentava. Come ha puntualizzato il pm nella sua requisitoria, il prete regalava i soldi per le sigarette o per la spesa e li convinceva a prostituirsi. Faceva leva sui bisogni delle vittime – adolescenti cresciuti tra povertà, ignoranza e degrado – le riempiva di sms, parlava di sentimenti, di amore. E tra un messaggio hard e l’altro assicurava che avrebbe pregato per loro. Il prete è stato già condannato dalla corte d’appello a un anno di reclusione per atti sessuali a pagamento con un altro minorenne.

Pubblicato il

13 Maggio 2014, 12:52

Condividi sui social