Scandalo beni sequestrati| Virga e Lupo a processo

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08 Novembre 2019, 17:43

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PALERMO – Tutti rinviati a giudizio al processo sulla gestione della Nuova Sport Car. Ci sarebbero state irregolarità nel pagamento dei compensi dei collaboratori, nella vendita delle macchine acquistate da parenti e amici a prezzi di favore, ammanchi negli incassi e alcune ipotesi di corruzione. La decisione è del giudice per l’udienza preliminare Guglielmo Nicastro.

Per corruzione, infatti, sono stati rinviato a giudizio l’ex amministratore giudiziario Walter Virga e Giuseppe Lupo, capo gruppo del Pd all’assemblea regionale siciliana. Altri imputati sono accusato di appropriazione indebita, falso e omessa denuncia.

Secondo il pubblico ministero Claudia Ferrari, l’avvocato Virga avrebbe violato ogni criterio di trasparenza e legalità, tradendo il mandato che era stato conferito dall’ormai ex presidente delle Misure di prevenzione, Silvana Saguto, che è stata radiata dalla magistratura ed è sotto processo a Caltanissetta.

Virga aveva creato uno staff per gestire il patrimonio degli imprenditori Rappa. Una lunga lista di beni, società e imprese, compresi la concessionaria di auto e l’emittente televisiva Trm di recente restituite ai proprietari con una sentenza di appello che ha di fatto diviso a metà il patrimonio: una parte è stata restituita e una parte è andata in confisca.

I finanzieri del Nucleo di polizia economica-finanziaria si concentrarono sulla Nuova Sport Car e sui negozi di abbigliamento, pelletteria e accessori con il marchio Bagagli considerati riconducibili al mafioso Salvatore Milano e confiscati (i negozi sono ormai chiusi).

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Per la gestione della concessionaria Virga si avvalse della collaborazione di Giuseppe Rizzo (la sua posizione era stata stralciata per una nullità della notifica), Alessio Cordova e Dario Majuri (che hanno scelto il rito abbreviato). Rizzo era il direttore commerciale della concessionaria. Alessandro Kallinen Garipoli, pure lui rinviato a giudizio, era invece coadiutore di Virga nella gestione dei negozi Bagagli, il primo sequestro affidato da Saguto al giovane avvocato. A Virga viene contestato di avere liquidato a Rizzo un compenso di 84.291 euro in quindici mesi  perché mancava l’autorizzazione da parte del giudice delegato. Garipoli si sarebbe poi appropriato di 14.935 euro dall’amministrazione Rappa e 25.251 euro dall’amministrazione Bagagli (fra incassi e merce). Lo stesso Virga, assieme a Majuri e Cordova, avrebbe omesso di denunciare le appropriazioni indebite di Garipoli.

C’è poi il capitolo che riguarda Lupo, il quale quando era vice presidente dell’Ars decise di affidare a Virga una consulenza per un importo di duemila euro in quattro mesi per redigere un disegno di legge sui beni confiscati. Nel settembre 2015 Virga, sotto intercettazione, diceva alla moglie: “Domani mattina andrò a firmare il contratto di consulenza con l’Ars”. Era stato convocato dalla “presidenza”. La firma in realtà non sarebbe mai arrivata. L’incarico fu cancellato dopo che pochi giorni dopo quella conversazione venne fuori la notizia dell’inchiesta.

Secondo l’accusa, Lupo sarebbe stato il corruttore di Virga a cui la consulenza sarebbe stata offerta in cambio di un contratto di collaborazione con Trm per Nadia La Malfa, allora compagna e oggi moglie dell’onorevole. Virga avrebbe stipulato il contratto in assenza di una concreta valutazione dell’interesse aziendale” e senza autorizzazione del giudice. Lupo allora smentì l’ipotesi dello scambio illecito. Si era rivolto al figlio di un magistrato (Walter è figlio di Tommaso Virga, oggi in servizio a Roma) che gestiva beni confiscati per una consulenza specifica.

Infine c’è il capitolo delle macchine vendute ad un prezzo di favore. In questo caso Il danno totale per l’azienda si attesta sui 12 mila euro. Il processo inizierà il prossimo 3 marzo davanti alla terza sezione del Tribunale. I Rappa si sono costituiti parte civile al processo con l’assistenza dell’avvocato Raffaele Bonsignore.

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08 Novembre 2019, 17:43

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