10 Febbraio 2018, 19:43
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PALERMO – Una società privata che utilizza soldi pubblici è soggetta alla responsabilità per il danno erariale provocato e il giudizio spetta alla Corte dei Conti perché si instaura un rapporto di servizio con la pubblica amministrazione .
Così si sono pronunciate le sezioni unite della Corte di Cassazione che hanno respinto cinque ricorsi contro la condanna per la mala gestio del progetto Co.Or.Ap gestito dal Ciapi. Era uno dei progetti travolti nello scandalo della formazione professionale. Le condanne diventano definitive.
I giudici contabili di appello, nel 2016, dichiararono prescritto una parte del danno provocato, ma condannarono burocrati e rappresentati del Ciapi a sborsare poco più di otto milioni di euro. A fare ricorso erano stati l’ex capo dell’Agenzia per l’Impiego Rino Lo Nigro (condanna da un milione di euro) e gli ex componenti del Comitato tecnico-scientifico Daniela Avila, Giangiuseppe Gattuso, Giuseppe Bonadonna e Rosario Candela (598 mila euro ciascuno). La sentenza della Cassazione scrive la parola fine sulla vicenda del danno erariale ricostruita dalla Procura regionale della Corte dei Conti e dalla Polizia tributaria.
Quindici milioni di euro. Tanto era costato un progetto che doveva servire per formare 1.500 ragazzi con l’obiettivo di avviarne 600 al lavoro. I risultati definitivi furono impietosi. Appena diciotto giovani indirizzati all’apprendistato. Nessuno di loro trovò un impiego. E così l’Olaf, il nucleo antifrode dell’Unione europea che il progetto aveva finanziato, decise di inviare gli ispettori in Sicilia. Il loro diede via anche a un’inchiesta penale che coinvolgeva, tra gli altri, il manager della pubblicità Faustino Giacchetto e il presidente del Ciapi, Francesco Riggio.
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10 Febbraio 2018, 19:43