15 Gennaio 2023, 14:27
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PALERMO – Per risolvere l’impasse della maggioranza guidata da Renato Schifani, serve un capro espiatorio, un segnale all’esterno che accontenti tutti: fare cadere una testa.
Da qualche giorno penzola quella dell’assessore Francesco Scarpinato, in carica al momento del via libera alla seconda tranche di pagamenti annuali alla società lussemburghese, considerato l’erede del predecessore Manlio Messina.
Le verifiche portate avanti dal presidente della Regione Renato Schifani e il responso dell’avvocatura regionale (“non è stata ravvisata piena correttezza nell’applicazione della legge”), lo hanno messo all’angolo.
Il fuoco di fila scatenato da Manlio Messina ha fatto il resto. Con Marianna Caronia, capogruppo della Lega all’Ars che ha parlato di “toni oltraggiosi” usati contro “il presidente Schifani”. “Se i temi e i metodi sono quelli dell’attacco con ribaltamento delle responsabilità sul presidente della Regione penso – ha concluso la salviniana – che si rischi di giungere politicamente ai titoli di coda”.
La musica non cambia in Forza Italia, con il capogruppo Pellegrino sul piede di guerra: “Crediamo che sia urgente – ha detto – e indispensabile un chiarimento da parte di Fratelli d’Italia per garantire l’indispensabile spirito di fiducia e rispetto”. Stesso discorso per Dc di Cuffaro e autonomisti.
C’è anche una mozione di sfiducia sulla testa di Scarpinato, l’ha predisposta Cateno De Luca, ma non è stata ancora calendarizzata.
“Lo scandalo dei fondi assegnati alla società Absolute Blue con sede in Lussemburgo – ha detto il leader di Sud chiama Nord – impone una presa di posizione seria da parte del Governo regionale. Abbiamo presentato una mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore Scarpinato ritenendo incompatibile e inopportuna la permanenza dell’assessore nel Governo”.
In aula, la mozione non risulta ancora calendarizzata, non sembra che ci siano i numeri per fare cadere Scarpinato, ma la tentazione politica di farlo fuori resta.
Pochi giorni fa, Scarpinato ha rotto il silenzio: “Ho raccolto documenti e approfondito la vicenda poiché il provvedimento della dirigenza mi fu sottoposto appena sette giorni dopo il mio insediamento da assessore. Essendo un provvedimento fatto dal precedente governo, mi sono limitato a prenderne visione, chiedendo comunque di aggiornarmi”. Il caso esplose il 5 gennaio. “Da quel giorno ho cercato di ricostruire tutto – ha aggiunto – non ho mai firmato alcuna autorizzazione, né tanto meno un aumento del budget per il finanziamento dell’evento a Cannes, ho solo preso visione di un progetto che era ancora in fase di aggiudicazione che mi fu sottoposto dal dirigente della Film commission per quella iniziativa programmata ben prima che io diventassi assessore e raccomandando agli uffici di darmi notizie del seguito”. Sullo sfondo ci sono le verifiche in corso degli inquirenti, ma la questione è squisitamente politica.
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15 Gennaio 2023, 14:27