29 Novembre 2011, 17:50
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Li guardi e resti di stucco. Guardi i filmati del blitz che ha condotto in carcere trentasei presunti mafiosi. I poliziotti, i carabinieri, i finanzieri hanno portato a termine tre distinte operazioni antimafia (GUARDA IL VIDEO DI MARTINA MILIANI). Gli uomini delle cosche di Brancaccio, San Lorenzo, Resuttana e Passo di Rigano, accusati di associazione mafiosa, estorsione e traffico di stupefacenti, sono finiti nella rete degli investigatori.
Guardi i video del repertorio della cronaca. Ci sono controfigure che si esprimono con fonemi gutturali. A mezze frasi, dentro i vicoli oscuri di un linguaggio noto ai mafiosi da operetta e da romanzo. Uno è purosangue, l’altro è un mezzosangue. Intimità tribali assortite. Si baciano in bocca in ossequio a un rituale libresco. Denunciano l’orgoglio dell’appartenenza urbanistica, fatta distinzione semi-bestiale. Conta la tana. Io sugnu di Tommaso Natale e allora… Rivendicano la felicità della galera. C’è uno che ha parenti ergastolani e se ne vanta. Li mette sul piatto, come se fossero titoli di merito acquisiti. Stellette sull’uniforme di gaglioffo.
Le immagini scorrono. Le osservi con un senso di straniamento raddoppiato. Nel filmino del blitz si muovono ombre che avvertiamo lontane, che non appartengono alla categoria della cittadinanza. Eppure sono minacciose. Alieni piombati in mezzo alla festa. Extraterrestri che hanno mutuato sembianze umane per ucciderci. Per sbranarci meglio. Il mafioso potrebbe essere l’uomo gentile che ogni mattina ti serve il caffè. E non c’è un protocollo, un rito magico, un’alchimia per riconoscerli. I mostri che hanno distrutto Palermo, i vampiri dell’altra città, si mimetizzano dietro un’apparente normalità. Somigliano a noi.
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29 Novembre 2011, 17:50