Operazione “Dietro le quinte” | Arrestato imprenditore per bancarotta

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03 Settembre 2015, 09:29

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CATANIA. Bancarotta fraudolenta per 320 mila euro. E’ questa l’accusa formulata dalla Procura nei confronti dell’imprenditore Francesco Emilio Cancaro, 52 anni, finito ai domiciliari. I Militari della guardia di finanza di Catania hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal presidente dell’ufficio del Gip, Nunzio Sarpietro. Sequestrato anche un complesso aziendale dal valore di circa un milione di euro. Al centro dell’inchiesta, coordinata dal procuratore Michelangelo Patanè e dal sostituto Fabio Regolo, il fallimento della società ‘Dietro le quinte’, dichiarata fallita nel 2011 dal Tribunale di Catania, che opera nel settore di noleggio di attrezzature per spettacoli che aveva un debito con l’Erario di circa 1,6 milioni di euro. L’indagine è nata da un controllo fiscale eseguito dalla Guardia di Finanza della Tenenza di Acireale.

Secondo l’accusa, Cancaro aveva ‘svuotato’ la società e ne aveva costituita una nuova la ‘Teameventi’, sottoposta a sequestro, intestata alla moglie e che opera anche per importanti manifestazioni come, per esempio, il Giffoni Film Festival, estraneo alla vicenda. Nella nuova azienda, ha spiegato il comandante provinciale della guardia di finanza di Catania, colonnello Roberto Manna, “sono stati fatti confluire gli asset positivi, ma anche clienti, la metà dei dipendenti e crediti tramite scritture private, e i debiti lasciati in quella vecchia”. Negli ultimi 18 mesi le Fiamme gialle di Catania, per bancarotta fraudolenta, hanno, complessivamente, sequestrato beni per 60 milioni di euro e denunciato un centinaio di persone.

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Per il Pm Fabio Regolo queste attività “incidono molto nel tessuto sociale e economico del nostro Paese” e questi tipi di reato creano dei “ladri del futuro degli imprenditori onesti che noi tuteliamo anche con queste inchieste”. “Queste nostre attività – ha osservato il procuratore Patanè – mirano a proteggere aziende oneste e anche chi vuole gestire uno stato di crisi nella legalità con la legge 33, mentre c’è chi non solo non paga, ma intacca e altera la libera concorrenza”.

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03 Settembre 2015, 09:29

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