27 Agosto 2013, 06:00
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CATANIA – Potrebbero essere Angelo Lombardo e Guglielmo Scammacca due dei candidati di punta dell’Mpa alle prossime elezioni europee. Un’ipotesi lanciata nei scorsi giorni da LiveSiciliaCatania e che il senatore Antonio Scavone, reggente della sezione catanese del movimento di Raffaele Lombardo, non esclude affatto: “Perché no? Sono tra coloro – ha dichiarato- che potrebbero chiedere, e a ragione, anche una candidatura”. Scavone si auspica però un ritorno in campo del leader di Grammichele: “La politica in questi anni è stata svilita in attacchi personali e lui – sottolinea- ha subito più di altri”.
Sul vostro congresso di luglio a Roma si è registrata una scarsa attenzione da parte dei media. Come lo spiega?
“Forse sulla stampa locale. Le assicuro che abbiamo avuto decine di rilanci a livello nazionale. Noi, più che un congresso, abbiamo di fatto svolto un comitato federale allargato ai rappresentanti dei vari movimenti autonomi europei. É stato un momento decisamente importante”.
Appunto, guardando all’Europa. Alle scorse europee vi siete apparentanti con La Destra di Storace e i Pensionati di Fatuzzo. Il prossimo anno con chi andrete?
“È presto per parlarne ora. Non voglio esagerare, ma ci accoglierebbero tutti. Con questo meccanismo elettorale il nostro contributo può essere determinante per chiunque. Il quadro nazionale, al momento, sembra però che debba essere riscritto. Noi punteremo a fare una rete di realtà autonomiste e territoriali, secondo quella che è la posizione per cui esistiamo e anche quella per cui abbiamo determinato la nostra presenza al Senato”.
Ci aiuti a capire…
“Voglio ricordare che nell’ultimo decreto del fare sono state accolte alcune attività legislative nostre. Si pensi al piano per il sud, ma anche alle infrastrutture, dove il mezzogiorno era stato praticamente escluso. Possiamo dire che in questo momento ci siamo guadagnati un certo rispetto, anche da parte del governo Letta, per la nostra rigida posizione autonomista”.
Sarà possibile vedervi accanto alla Lega?
“Certo, questa è una possibilità. Con loro abbiamo ottimi rapporti, ci siamo ritrovati a votare in alcune situazioni assieme. Loro credono insieme a noi nella necessità di una riorganizzazione in chiave autonomista e federale del paese e in una Europa che deve diventare sempre più politica e federale e che deve riprendere inoltre il suo cammino contro la pervasività del regime franco-tedesco che ci ha condizionato in maniera particolare”.
Tornando a Catania. Come ha visto l’azione della giunta Bianco?
“Bianco ha appena iniziato. Da cittadino confido molto nel lavoro di una persona di grande esperienza. Dal punto di vista politico, come si sa, abbiamo sin dal primo momento proposto un dialogo di tipo istituzionale, senza contrapposizioni acefale. I diciotto consiglieri comunali dell’opposizione, infatti, hanno votato compatti per la presidenza della Raciti. Qualche voto, però, è venuto a mancare da qualche altra parte”.
Crede che ci siano scricchiolii nella maggioranza?
“Mi auguro come cittadino che Bianco possa superare alcune frizione presenti all’interno della sua coalizione”.
Articolo 4 sta vedendo crescere il suo peso all’interno del Consiglio comunale. Secondo i rumors, uno dei vostri consiglieri, Sebastiano Anastasi, sarebbe prossimo a passare con loro. Le risulta?
“Non mi risulta. Mi risulta invece che i nostri siano molto sereni e collaborativi. Catania in questo momento ha bisogno di grande impegno politico in favore di tutti i cittadini”.
Come le è apparsa la scelta immediata da parte di Bianco di abbattere il ponte del Tondo Gioeni?
“È stata una sua iniziativa. Infondo, tutte le cose che si fanno danno la sensazione che ci sia movimento all’interno dell’amministrazione. Dall’altra, sono particolarmente affezionato al progetto di riorganizzazione della circonvallazione in favore di una circolazione continua e lenta: fu mio e fu finanziato quando io ero assessore ai lavori pubblici”.
Nella prossima stagione sarà possibile vedere un ritorno in campo di Raffaele Lombardo?
“Lo conosco bene e conosco la sua serietà. Lui ha dichiarato ufficialmente che non intende ricandidarsi. Mi auguro invece, dall’alto dell’esperienza maturata e della sua leadership, che non mancherà il suo contributo d’idee. Oggi viviamo in un contesto dove la politica è stata svilita in favore di contrapposizioni e di attacchi alla persona. Credo che lui abbia subito più degli altri. Spero dunque che non ceda alla tentazione di ritirarsi dalla politica”.
É credibile che saranno Scammacca e Angelo Lombardo i due candidati di punta dell’ Mpa alle europee?
“Perché no? Sono tra coloro che potrebbero chiedere, e a ragione, anche una candidatura”.
Articolo 4 riuscirà a superare la soglia di sbarramento alle europee?
“Evidentemente Leanza, che ha ideato questa componente, mettendo assieme dei consiglieri comunali e forse qualche deputato regionale, pensa di poter giocare una propria partita, di determinare una occasione anche per loro. Gli auguro il meglio”.
Prossimamente ci sarà il processo riguardante l’appalto sull’informatizzazione del Pta di Giarre. Cosa prevede?
“Non ho mai fatto alcuna dichiarazione su questa vicenda per la quale la Procura non mi ha indagato, ma anzi mi ha sentito come testimone essendo stato io il Direttore generale della legislatura che ha preceduto quella in cui si è fatto il Pta. Posso approfittare di questa sede per fare una precisazione”.
Certo.
“Io sono stato Direttore generale dell’Asp fino al 31 agosto del 2009, credo che il finanziamento per quest’opera sia arrivato alla fine del 2009 e l’appalto alla fine del 2010. Basterebbe ricordare solo queste tre condizioni per assentire quello che era stato il percorso investigativo della procura che non aveva mai pensato di considerarmi tra i possibili imputati. Poi è avvenuto che probabilmente il gip ha fatto una sua ricostruzione”.
La sua sembra una nota polemica, non trova?
“Affatto, io rispetto la giustizia e i singoli magistrati che si sforzano di accertare la verità. E mi ritengo assolutamente estraneo a questa vicenda. Per quanto mi riguarda c’è assoluta serenità e estraneità”.
Ma non si è fatto un’idea sull’intera vicenda?
“Dalle carte che ho visto, il direttore generale di allora e l’ente che si è proposto di realizzare questa cosa, volevano mettere in campo una cosa assolutamente innovativa. Probabilmente, stando in buona fede, non avranno considerato il percorso amministrativo che si sarebbe dovuto svolgere. Dettaglio che il giudice ha ritenuto fondamentale. Mi sembra che il tutto sia da inquadrare come un peccato veniale, sul piano amministrativo, del mio successore”.
Lei dunque si considera estraneo ai fatti?
“Per quanto mi riguarda ero tornato già da un anno a fare il primario e il capo dipartimento, quindi lontano da certe vicende amministrative”.
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27 Agosto 2013, 06:00