20 Gennaio 2024, 18:25
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ACIREALE (CATANIA) – Era accusata di aver preso a schiaffi, nel braccio, una ragazza al secondo anno delle Superiori. E per questo M.P., una docente, è stata denunciata, processata e nel frattempo anche brevemente sospesa dal servizio. Adesso però il Tribunale di Catania, seconda sezione penale, l’ha assolta con formula piena, con rito abbreviato. E secondo il suo legale, l’avvocato Pietro Ivan Maravigna, adesso saranno chiamati a pagare tutti coloro che “hanno costruito – afferma, testualmente – questa inesistente vicenda”.
Il processo, come detto, si è concluso con l’assoluzione piena. A emettere il verdetto è stato il giudice Domenico Massimo Sapienza. L’accusa era abuso dei mezzi di correzione e di disciplina. La professoressa, come detto, nell’immediatezza dei fatti, che risalgono al 2016, era stata sottoposta a un procedimento disciplinare. L’Ufficio scolastico regionale, nonostante la pendenza del procedimento penale, le aveva irrogato la sanzione della sospensione dal servizio.
Il legale della professoressa fa notare come, a seguito dell’umiliazione della sospensione dall’insegnamento (seppur per un breve periodo) la professoressa avrebbe “subito uno sconvolgimento psicologico dal quale non si è ancora completamente ripresa”. Secondo l’avvocato Maravigna “l’esito di questo processo dimostra, ancora una volta, come allorquando si verta in tema di ipotesi di reati commessi In danno di fasce deboli, ci si lasci trasportare, in fase di indagine, dall’onda emotiva e spesso non si abbia la lucidità e serenità per leggere la realtà che emerge chiara dagli atti investigativi”.
Per il difensore, talvolta in questi casi “il rinvio o la citazione a giudizio divengono cosi oramai inevitabili in questa tipologia di processi salvo a giungere dopo anni ed anni all’assoluzione dell’imputato, come in questa triste vicenda”. Per la difesa già negli atti processuali sarebbe emerso come altre allieve lamentassero addirittura “un atteggiamento di esplicito favore e tutela da parte della professoressa nei confronti della minore presunta persona offesa”.
Adesso però il caso non sembra affatto chiuso, perché come detto la difesa intende portare davanti al giudice civile, “per l’accertamento delle loro responsabilità ed il risarcimento dei gravi danni, patrimoniali e morali, causati tutti coloro i quali hanno “costruito” questa inesistente vicenda o, persino, hanno adottato illegittime sanzioni disciplinari”.
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20 Gennaio 2024, 18:25