15 Novembre 2016, 06:08
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PALERMO – Nessuna colpa, ma una tragica fatalità. Non fu l’alta velocità, ma l’esplosione di uno pneumatico a provocare l’incidente in cui perse la vita Vanessa Pannizzo. Aveva 13 anni quando, il giorno di Natale del 2011, il suo cuore smise di battere lungo l’autostrada Palermo-Mazara del Vallo. Era a bordo, assieme ad altre quattro persone, di una Peugeot 207 che si schiantò contro guard-rail all’altezza di Capaci.
Al volante c’era Nunzio Abbate, assolto cinque anni dopo essere finito sotto processo. Il pm aveva chiesto la condanna a due anni e quattro mesi. Si ipotizzò da subito che la causa dell’impatto fosse stata l’alta velocità. Un’ipotesi che si basava sui primi rilievi degli agenti della Polstrada. Per avere la conferma sarebbe stato necessario eseguire una perizia nel corso di un incidente probatorio. Incidente probatorio che, però, non fu inizialmente disposto.
È stato il giudice Claudia Rosini a chiedere l’intervento di un perito, il quale ha stabilito che è stata l’accidentale esplosione di una gomma a provocare l’impatto. Come ha sostenuto il legale della difesa, l’avvocato Fabrizio Bellotti, nessuna colpa poteva essere imputata ad Abbate che aveva sottoposto il veicolo, gomme incluse, alla revisione pochi mesi prima del tragico incidente.
I primi rilievi, dunque, non potevano bastare a condannare l’imputato, ora assolto con la formula perché il fatto non sussiste.
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15 Novembre 2016, 06:08