Schifani e il pranzo catanese: prove tecniche di unità - Live Sicilia

Schifani e il pranzo catanese: prove tecniche di unità

Il candidato riunisce gli alleati etnei dove fu siglato il patto dell'arancino.

CATANIA – Un pranzo cordiale, a tratti soporifero. Chi si aspettava un remake dei fasti del fu patto dell’arancino resta deluso, ma ancora di più i fan della saga “Ars Wars”. Il pranzo catanese, organizzato dall’assessore Marco Falcone, in onore del candidato del centrodestra Renato Schifani è scandito da formale cortesia. Antipasti di pesce e caserecce con pesce spada e melanzane, sorbetto e dolce sono gustati dai commensali che per un paio di ore si fermano dai martellanti ritmi della “doppia campagna elettorale”.  

Il luogo in cui Schifani riunisce gli alleati catanesi è tuttavia altamente simbolico e foriero di messaggi: la Trattoria del Cavaliere. Qui, cinque anni fa, i leader nazionali della coalizione stringono un patto di ferro. Insomma, il luogo ideale per celebrare una rinnovata unità. Il candidato alla presidenza ci tiene a sottolineare il proprio ruolo di mediatore dopo le guerre intestine che hanno dilaniato il centrodestra siciliano negli ultimi mesi.

“Qua c’è stato Berlusconi, quindi porta bene” commenta Schifani quando fa il suo ingresso. E, a conti fatti, l’obiettivo fortemente desiderato dall’ex presidente del Senato, cioè fare spogliatoio, viene centrato. A tavola si ritrovano i leghisti Valeria Sudano, Luca Sammartino e Anastasio Carrà; gli azzurri Marco Falcone, Stefania Prestigiacomo, Massimo Pesce (firrarelliano doc che non ha ceduto alle sirene di Carlo Calenda) e Nicola D’Agostino; l’autonomista Giuseppe Castiglione, i meloniani Salvo Pogliese e Fabio Fatuzzo (presidente della Sidra) e il cuffariano Mario Coppa. Tutti insieme appassionatamente.

I commensali fumano metaforicamente il loro calumet della pace conversano del più e del meno senza “toccare” temi ad alto voltaggio come la composizione della futura giunta di governo. La priorità è mostrare unità e sbancare al botteghino delle urne. Il resto si vedrà dopo le elezioni. Anche sulla base di questo mood si sta lavorando, rivelano fonti interne, a una grossa kermesse elettorale a Palermo previsa per il 10 di settembre con ospiti di portata regionale e nazionale.

Nella stessa direzione va l’inaugurazione del comitato catanese con i candidati dei partiti del centrodestra con tanto di taglio del nastro che nel pomeriggio vede protagonista Schifani. L’ex presidente del Senato pondera le parole e veste (sempre più spesso) i panni del mediatore per amore dell’unità ma anche per  evitare di ritrovarsi imbrigliato nelle sabbie mobili di sala d’Ercole come il suo predecessore Nello Musumeci. Il presidente della Regione è il grande assente della giornata. Una serie di fortuite coincidenze non gli consentono di accettare l’invito di Falcone e di essere presente al pranzo che probabilmente sarebbe rimasto indigesto a lui e a più di un commensale. 


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