13 Ottobre 2022, 06:05
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PALERMO – La proclamazione del presidente della Regione, Renato Schifani, nasce sotto una buona stella: la coincidenza con l’elezione dei presidenti delle due Camere. Il pensiero corre agli anni che lo hanno visto presidente del Senato, esperienza fondamentale nella sua vita politica. Il filo rosso dell’amore per le istituzioni intreccia questi due momenti. Oggi Schifani è chiamato a guidare la Sicilia. E qui ha già portato alcune “good practices” romane. L’aplomb istituzionale e il silenzio rigorosissimo che ha preceduto i giorni della proclamazione sono soltanto un assaggio. Ma Palazzo d’Orleans non è Palazzo Madama. E soprattutto non lo è Sala d’Ercole. Questo sarà il primo vero banco di prova per il presidente “mediatore” che dovrà tenere a bada la sua ampia maggioranza (potenzialmente riottosa) e un’opposizione che si preannuncia intransigente.
Un primo punto di forza rispetto alla scorsa legislatura riguarda di certo i numeri in aula e la compattezza (almeno sulla carta) di una maggioranza meno frammentata. La prima sfida sarà quella di tenere a bada gli alleati che in passato se le sono date di santa ragione e trovare un punto di equilibrio delicatissimo tra continuità e discontinuità con l’esperienza del suo predecessore (non solo in termini di uomini), Nello Musumeci.
“Il re è morto, viva il re”, dirà qualcuno pronto a salire sul carro del vincitore. Schifani dovrà dare alla sua azione di governo un’impronta nuova. Un cambio di passo sarà quello di impostare un rapporto diverso con i partiti, rispettando il valore del Parlamento (ma visto il suo pedigree la strada sembra tutta in discesa). Una volta ultimata la squadra di governo, il presidente dovrà poi mettere mano ai dossier che scottano, troppo spessi chiusi dentro a un cassetto pregni di polvere, per trasformare le dichiarazioni d‘intenti, buone per ogni campagna elettorale, in realtà tangibile, volano per risollevare un’isola che annaspa. Dall’emergenza rifiuti alle ex province (con tanto di norma impugnata da Palazzo Chigi), la maggioranza di Schifani dovrà rimboccarsi le maniche e governare (senza limitarsi alla mera gestione degli affari correnti). Una sfida ambiziosa, ma alla portata di un uomo delle istituzioni che ha ricoperto il ruolo di seconda carica dello Stato.
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13 Ottobre 2022, 06:05