29 Ottobre 2024, 06:04
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PALERMO – L’apertura della fermata ‘Libertà’ dell’anello ferroviario di Palermo come “il risultato di un’armonia e di una sinergia istituzionale che vede protagonisti Regione e Comune, oltre a Rfi”. La frase, pronunciata dal governatore Renato Schifani davanti a giornalisti e fotografi, suona come il segnale di una ritrovata serenità nei rapporti tra il presidente della Regione e il sindaco Roberto Lagalla. I due ora fanno asse sull’aeroporto e sul Teatro Massimo.
Schifani e Lagalla sono fianco a fianco alla cerimonia di Rfi e ai più non sfugge il continuo scambio di battute e gesti di cortesia. Il governatore, parlando dei cambiamenti in corso a Palermo sulla mobilità, evidenzia il lavoro in sinergia “con l’amico” Lagalla, che dal canto suo risponde evidenziando “la collaborazione tra tra Comune, Regione Siciliana e Rfi”.
Il clima è di vera e propria ‘distensione’. Davanti ai cronisti il sindaco di Palermo cede il passo al governatore (“Le interviste? Prima il presidente”), che a sua volta risponde così a chi gli chiede della vicinanza tra Lagalla e Forza Italia suggellata alla convention del partito a Santa Flavia, dove Schifani ha parlato apertamente del rapporto con il sindaco. “È espressione civica ma Forza Italia lo sostiene, giusto quindi invitarlo”, ribadisce al taglio del nastro della fermata dell’anello ferroviario.
Schifani e Lagalla, quindi, sembrano avere sotterrato l’ascia di guerra. I cronisti giunti in viale Lazio immortalano sorrisi e strette di mano tra i due ex duellanti. E quando viene chiesto al sindaco di Palermo del ritrovato feeling con il governatore, la risposta va nel solco della ritrovata serenità: “Il feeling personale non è mai venuto meno”.
Lagalla poi argomenta: “Si possono avere, come in tutte le comunità o in tutte le famiglie, dei momenti nei quali si affrontano problemi analoghi da visuali diverse o si affermano legittime posizioni differenziate ma la stima personale, l’amicizia e il comune operare convinto all’interno della coalizione di centrodestra non sono mai venuti meno”.
Il segnale dei nuovi rapporti tra Schifani e Lagalla sono i dossier aperti sulla governance di due realtà cruciali per l’economia di Palermo: la Gesap, società che gestisce l’aeroporto Falcone-Borsellino, e il Teatro Massimo che attende la nomina del sovrintendente.
Su entrambi i fronti Lagalla fa sponda con Schifani. A Punta Raisi è in pole il ritorno di Vito Riggio sulla tolda dell’azienda, con la benedizione di Schifani. “Il nome del professore Riggio – sottolinea Lagalla – è al di sopra di ogni sospetto, non aspettiamo altro che il Cda si determini rispetto a una cosa che la politica vede con assoluta normalità”.
Più complicata la partita del Massimo, dove c’è il coinvolgimento del ministero della Cultura che deve ancora formulare il suo nome per il Consiglio di indirizzo della Fondazione. Lagalla si spinge fino alla polemica con il ministero guidato da Alessandro Giuli: “Il Teatro Massimo non dipende né dal presidente Schifani né dal sindaco di Palermo. Noi abbiamo completato tutti gli atti, manca soltanto l’adempimento che deve compiere obbligatoriamente il ministero che è quello di nominare il consigliere di indirizzo”.
Il sindaco di Palermo va in pressing su Roma e polemizza: “Solleciterò ulteriormente la definizione di una situazione che, se fosse dipesa dalla Regione Siciliana o dal Comune, avrebbe visto certamente il commissariamento”. Comune e Regione appaiate nel ragionamento del sindaco di Palermo, che eppure in un primo momento era andato in rotta con Schifani sul tema. Palazzo d’Orleans e Palazzo delle Aquile, del resto, insieme hanno in mano i quattro quinti del Consiglio d’indirizzo e avrebbero raggiunto l’intesa sull’uscente Marco Betta che ora è sempre più vicino alla riconferma.
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29 Ottobre 2024, 06:04