Politica

“Schifani meglio di Musumeci, se si muove Cateno De Luca…”

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13 Maggio 2023, 06:04

3 min di lettura

“Presidente, ma come? Ha perso il cellulare”.
“Sì, ho messo sottosopra il cappotto ed è scivolato via. Sono tornato dopo nello stesso posto, ma non l’ho ritrovato”.

Sottosopra, si direbbe una metafora della sua attuale condizione politica.
“Ma lo sei che sei un gran…”.

Non cominciamo, presidente!
“Volevo dire: bella osservazione”.

Gianfranco Miccichè è senza filtri, come sempre. Ma la sua irruenza si presenta, a un occhio smaliziato, quasi come un gioco letterario in cui l’autore ha il controllo di tutto. E’ Miccichè che vuole farci vedere Gianfranco sotto la luce di una trama scapigliata. Qui, Gianfranco e Miccichè chiacchierano in libertà, grazie al sostegno di un telefonino amichevole che sostituisce l’originale smarrito, in attesa del rimpiazzo.

Come va?
“Benissimo, sono in campagna, a Cefalù. E non mi chiama nessuno”.

Ammette di essere sconfitto, almeno per ora, dopo lo scontro con il presidente Schifani?
“Non c’è dubbio. Sono quello che ha perso, però sono orgoglioso della mia sconfitta che vale più di una vittoria”.

Perché?
“Perché ho fatto quello che ritenevo giusto, non conveniente. Avevo detto che altri cinque anni di Musumeci sarebbero stati un problema e lo confermo. Se avessi lasciato perdere, sarei presidente dell’Ars o altro. La Russa in persona voleva darmi l’assessorato alla Sanità. Ripeto, ho fatto quello che era giusto per la Sicilia”.

Nessuna ultima tentazione di Miccichè?
“Noooo-ooo! Sono qui, in campagna, a prendermi il fresco e posso permettermi il lusso di perdere il telefono!”.

Ma allora, nonostante i rapporti burrascosi, secondo lei, Schifani è meglio di Musumeci? Sarebbe uno scoop.
“Di questo sono sicuro. Schifani è meglio di Musumeci, senz’altro. Ancora è presto per un giudizio complessivo. Ma ha portato a casa la finanziaria in pochi giorni, con astuzia. Renato è uno che conosce bene i meccanismi politici”.

Magari, un giorno di questi, vi chiarite davanti a un caffè…
“Ci ho provato, senza risultati. E non ci proverò più”.

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Intanto, il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, davanti al Parlamento inceppato, tira bordate al governo. Come mai?
“Non credo che avesse questa intenzione. Secondo me non se n’è reso conto. Intendiamoci, Galvagno non è responsabile della paralisi. L’Ars è legata al governo e bisognerebbe capire, finalmente, che il rapporto non deve essere conflittuale, ma di complicità. Su Galvagno vorrei dire…”.

Dica pure.
“Lo trovo simpatico e in gamba. Ma sulla vicenda del gruppo parlamentare che mi ha negato, sussistendo le condizioni per concederlo, non si è comportato affatto bene”.

C’è rimasto male, vero?
“Non per la decisione in sé, mi colpisce l’obbedienza a un diktat dall’alto. Questo non mi va giù. E comunque non è vero che le cose adesso vanno meglio. Presentano solo interrogazioni: dal punto di vista della produzione che interessa è un dramma. Significa che non si porta avanti altro. Ma sa qual è il dramma peggiore? Gaetano Galvagno non sta facendo i conti con una opposizione compatta. Se Cateno De Luca si muove davvero e comincia a fare opposizione in modo serio, per la maggioranza saranno guai grossissimi. Aspettiamo e sapremo”.

Nel frattempo, arrivano notizie di giudiziaria su ex assessori del governo Musumeci. Che ne pensa?
“Non entro nel merito della vicenda giudiziaria, assolutamente non è nelle mie corde perché sono un garantista e ci sono state molte assoluzioni dopo inchieste e accuse. Certo, politicamente, ricordo quando Musumeci diceva che era tutto a posto, dal punto di vista oggettivo della trasparenza e dell’onestà, con il suo governo, mentre io mi permettevo di consigliare cautela. La stessa cautela che è necessaria adesso. Può succedere di tutto”.

Tra cento anni, ci sarà Forza Italia senza Berlusconi?
“No. Come per i radicali senza Pannella, non ci sarà niente. Non ci sono eredi di Silvio Berlusconi che è e resterà unico. Ci sarà un’area con molte anime che potrebbe riprendere la sostanza di quello spirito moderato e unificatore originario”.

Cosa pensa del video di Berlusconi alla convention?
“Su questo non dico niente. Dico soltanto, ancora una volta, che a Silvio Berlusconi devo tutto. E che gli voglio bene”.

Mi manda una foto dalla campagna?
“Vediamo se viene bene. Eccola, sto arrivando”.

Ps. E’ una foto, sapientemente studiata nella sua pretesa di spontaneità. Il personaggio si erge tra due maschere in bianco e nero. Come scrivere: Gianfranco e Miccichè. (Roberto Puglisi)

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13 Maggio 2023, 06:04

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