14 Marzo 2013, 15:28
2 min di lettura
SANTA VENERINA – Il Comune di Santa Venerina ha dichiarato il dissesto finanziario, dissesto nato qualche anno fa, derivante dall’impossibilità del comune di pagare il debito accumulato nei confronti della società Ingegneria & Appalti SRL che a Santa veneriana, ha svolto il servizio di potabilizzazione. Il pignoramento ammonta a circa 7,5 milioni di euro. Il Comune, condannato in contumacia all’interno del contenzioso promosso da Ingegneria & Appalti SRL, (il lodo era previsto dalla stessa convenzione sottoscritta dal Comune, all’art. 32), dopo la rescissione del contratto firmato nel 2008 dal sindaco Enrico Pappalardo, con autorizzazione della giunta comunale, che prevedeva la fine del servizio di potabilizzazione con il pagamento da parte del Comune di €. 2.990.000. Un accordo da attuare entro il 31 dicembre 2008.
“Abbiamo sperato fino all’ultimo – afferma a LiveSicilia Catania il consigliere comunale Giuseppe Grasso – che il pronunciamento del Giudice di Acireale consolidasse la sospensione del pignoramento; è chiaro che non ci si poteva aspettare un risultato differente, vista la cattiva gestione della situazione; Santa Venerina non ha mai avuto un numeroso gruppo di opposizione ma sarebbe stato opportuno rendere più partecipe il consiglio comunale, avremmo potuto discuterne insieme e trovare una soluzione, o almeno, allargare la lista delle possibilità, a pagare questo errore saranno i cittadini con un aumento Imu sulla prima casa; Non saremo noi – conclude il consigliere del gruppo di minoranza “liberi per” – a costringere il Sindaco a non ricandidarsi, saranno i cittadini a dover giudicare l’operato di questa amministrazione e a deciderne l’insindacabilità”.
Sul dissesto interviene uno dei candidati a sindaco per le prossime elezioni comunali, Salvatore Greco: “E’ vero che il contratto per la potabilizzazione, sottoscritto al tempo della seconda amministrazione Pappalardo, poneva grossi problemi – afferma Greco candidato sindaco con “la Svolta” – ma la cura adottata da Pappalardo è stata peggiore del male: se uno ha una ferita a un braccio e si taglia il braccio per non sentire il dolore della ferita non può sorprendersi di morire per emorragia. Ci ha uccisi quella amputazione del braccio, fatta senza avere i ferri sterili, senza avere la garza, senza ago e filo, senza antibiotico. Quella scelta fatta nel silenzio e senza senno.
Eppure potevamo fare altro. Nel 2008 c’era un accordo tra Comune e ditta, già sottoscritto dalle due parti, che prevedeva la fine del servizio di potabilizzazione con il pagamento da parte del Comune di €. 2.990.000. Un accordo da attuare entro il 31 dicembre 2008. E invece no: una scelta incomprensibile ci hanno portato a un debito più che doppio (oltre 7 milioni). Un giorno prima della scadenza, non solo non abbiamo attuato quell’accordo, ma addirittura abbiamo sfidato Ingegneria & Appalti dicendole di andarsene, come se non avessimo mai sottoscritto un contratto con loro. Fino a quel momento il comune non aveva problemi finanziari. Faccio salva – conclude Greco – per ora, la buona fede di tutti. Ma in questa vicenda ci sono responsabilità, sono enormi e vanno attribuite senza sconti di fine stagione”
Pubblicato il
14 Marzo 2013, 15:28