14 Marzo 2014, 19:22
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PALERMO – E’ rottura tra la direzione del Teatro Biondo di Palermo e i sindacati Cisl, Uil e Ugl. Le tre sigle sono in stato di agitazione da una settimana, e oggi hanno proclamato lo sciopero per sabato e domenica “dopo la mancata disponibilità riscontrata nell’incontro con i vertici dello Stabile. La protesta scaturisce secondo i sindacati dalla rottura delle trattative sottoscritte il 31 gennaio scorso che prevedevano, tra le altre cose, un taglio del 7 per cento sull’integrativo aziendale. Un accordo “tradito” – a detta di Cisl, Uil e Ugl – in quanto alcuni dipendenti, circa una decina, per problemi legati alle soglie di reddito che non superano i criteri imposti per calcolare la detassazione, subirebbero un taglio maggiore, nell’ordine del 10-11 per cento, circa settecento euro annui in meno.
“Siamo arrivati a questa scelta con una grande tristezza nel cuore – dice Antonino Ficarra, segretario provinciale dell’Ugl -. Oggi, durante l’incontro, siamo stati messi di fronte a un aut aut: ‘Se sospendete lo stato di agitazione possiamo parlare dei punti che vi preoccupano, abbiamo risposte su tutto’, ci hanno detto. Ma il ‘ricatto’ non fa per noi – prosegue – e così abbiamo deciso di non dialogare, alzarci prima ancora di discutere e andare via. Il resto lo sapete…”.
Alla fine i sindacati hanno comunicato la sospensione delle prestazioni, arrivato alle 14 in punto sulla scrivania del direttore artistico, Roberto Alajmo che nel primo pomeriggio ha convocato una conferenza stampa nei locali di via Roma per precisare che “questo teatro poteva dichiararsi morto otto mesi fa – sono queste le prime parole del direttore –. Io l’ho tirato fuori dalla tomba. Gli spettatori sono triplicati, gli incassi raddoppiati, i lavoratori percepiscono regolarmente lo stipendio, gli artisti vengono pagati ogni 15 giorni e gli incontri dei giorni scorsi con i sindacati si erano conclusi con soddisfazione. Non nego che sono rimasto di stucco, non capisco cosa sia successo. Se qualcuno – incalza – vuole rimettere questo teatro sotto terra e affossarlo, faccia pure. La mia lettura però, se permettete – prosegue rivolgendosi alla stampa – la tengo per me, perchè è passibile di querela, solo che non ho le prove. Al momento. Posso dirvi tuttavia che, qualcuno, forse ha tanta voglia di fare uno sfregio su una macchina. Bene a queste persone dico ‘State attenti, perchè la macchina è quella che abbiamo tutti in comune”.
E la protesta ha spaccato anche il fronte sindacale. A prendere le distanze dallo sciopero è infatti la Cgil che in una nota dichiara di voler portare avanti un tavolo di trattativa “già avviato con la direzione – dichiara Maurizio Rosso, segretario generale di Palermo – che disegni i percorsi artistici e prospettive concrete, occupazionali e salariali, per i lavoratori del Biondo. Dopo lo sfascio che la vecchia dirigenza aveva causato – prosegue – e dopo l’inserimento del nuovo direttore che ha in pochissimi mesi triplicato gli abbonati, riportato Emma Dante a Palermo, ricostruito un percorso di eccellenza artistica e dato segni importantissimi di garanzia occupazionale vogliamo continuare a dialogare insieme e confrontarci nella più totale chiarezza e trasparenza di intenti”.
La Cgil copre poco meno del 50 per cento del personale. E così lo sciopero potrebbe mettere a rischio lo svolgersi degli eventi artistici previsti nel week-end tra cui sei spettacoli, tre per giorno, l’incontro di domenica mattina con l’attore Fabrizio Falco e una visita guidata al teatro, prevista anch’essa per domenica mattina e richiesta da un’associazione artistica. Ma con metà dei lavoratori a disposizione si può andare in scena? Alajmo non tentenna un attimo: “Io ci provo – dice – per il patto di fiducia che sono riuscito a instaurare col pubblico del teatro Biondoho il dovere di provarci e rischiare il tutto per tutto. Poi se non ci riesco… pazienza”.
La comunicazione dello sciopero, come detto, è stata recapitata alle 14. Sulla base del contratto di lavoro sono necessarie 24 ore di preannunzio, trascorse le quali lo sciopero può essere intrapreso. E così, in teoria, lo spettacolo delle 10, il “Giufà” per i ragazzi, dovrebbe essere garantito. Ma, nei fatti, i sindacati proclamano l’interruzione dei lavori già a partire dalla mattina.
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14 Marzo 2014, 19:22