21 Novembre 2014, 12:12
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PALERMO – Così come proclamato nei giorni scorsi dai sindacati del settore (Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil), si è svolta a Palermo la giornata di sciopero nazionale del settore delle telecomunicazioni, che ha visto la presenza di oltre 3 mila tra operatori del call center e personale dipendente. I lavoratori siciliani dal futuro “a rischio” tra Accenture, Almaviva e 4U superano le 5 mila unità, numeri impietosi e da allarme sociale, soprattutto se confrontati con il recentissimo rapporto di Banca Italia le cui stime “occupazionali”, hanno accertato la perdita del proprio impiego, per oltre 37 mila lavoratori dell’Isola. L’emorragia da lavoro che ha colpito i call center siciliani riguarda la più ampia crisi nazionale del settore delle telecomunicazioni, per questo “E’ necessario un immediato tavolo di discussione che coinvolga direttamente i vertici del Istituzioni nazionali – spiega Marcello Cardella (Slc Cgil) – infatti il corteo palermitano dei call center, riguarda una più ampia mobilitazione nazionale di un settore che è non ha ricevuto alcuna tutela da parte del Governo nazionale”.
Il corteo palermitano si è radunato stamattina intorno alle 11 a piazza Marina. I lavoratori in protesta, muniti di fischietti, bandiere e tutti dietro lo striscione simbolo della protesta, con scritto “Vertenza Almaviva, il Papa: Vi sono Vicino”, hanno sfilato per le vie del centro storico sino alla Presidenza della Regione. “Chiediamo al governo nazionale un intervento strutturale legato al costo del lavoro per evitare che le multinazionali delocalizzino – dice Maria Taravella, 45 anni, che da 12 anni lavora per Almaviva – all’estero né in altre regioni italiane solo per questioni di bilancio e di convenienza legati a incentivi economici”.
Tra le prime file della manifestazione anche i 262 lavoratori di Accenture, che proprio ieri sono stati ufficialmente “inviati” dalla proprietà aziendale “A non accedere ai luoghi di lavoro” – si legge in un telegramma inviato ad uno dei lavoratori – perché “Dispensati da qualunque attività lavorativa sino a nuova comunicazione”. Momenti di tensione ieri davanti la sede di Accenture. “Ad accoglierci davanti il portone di via Ugo La Malfa – racconta Claudio Bonfiglio lavoratore Accenture – solo lucchetti ai cancelli e forze dell’ordine, siamo stati cacciati con un telegramma che – dice lo stesso lavoratore – nemmeno è stato ricevuto da tutti, con la conseguenza che in molti si sono presentati a lavoro trovando però il portone sbarrato e con agenti in divisa a presidiarlo. Queste proteste non potranno che continuare”. E’ atteso per il prossimo 27 novembre il decisivo incontro triangolare tra il Ministero del Lavoro da una parte e la proprietà di Accenture e di British Telecom dall’altra, per evitare il dramma dei licenziamenti collettivi.
Un delegazione di rappresentanti sindacali e di lavoratori è stata ricevuta, a conclusione della manifestazione, all’interno della sede della Presidenza regionale “Siamo stati ricevuti – riferisce Michele Giordano (Fistel Cisl) – da un funzionario dell’assessorato alle Attività produttive. La Regione si è ufficialmente impegnata a stilare con i lavoratori un documento che verrà presentato al Governo nazionale, in moda da t
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21 Novembre 2014, 12:12