Scommesse clandestine, 6 condanne | Manager sportivo Pecoraro assolto - Live Sicilia

Scommesse clandestine, 6 condanne | Manager sportivo Pecoraro assolto

L'avvocato Giovanni Castronovo

Al processo d'appello è caduta l'aggravante di avere agevolato Cosa nostra. L'ex responsabile del settore giovanile del Palermo calcio (nella foto) era stato assolto in primo grado dalle accuse di intestazione fittizia e riciclaggio.

PALERMO - LA SENTENZA
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PALERMO – Ci sono più condanne rispetto alla sentenza di primo grado. E c’è pure la conferma dell’assoluzione Giovanni Pecoraro, ex responsabile del settore giovanile del Palermo calcio e procuratore sportivo. Per lui, difeso dall’avvocato Giovanni Castronovo, erano già cadute in primo grado con formula piena le accuse di intestazione fittizia e riciclaggio. Tutti gli altri imputati, invece, rispondevano di gioco clandestino, ma in appello è caduta l’aggravante di avere favorito la mafia.

Confermate le condanne a due anni e due mesi inflitte ad Antonino Provenzano, Salvatore D’Anna e Guido Spina. Più pesante – da due anni e due mesi a due anni e quattro mesi – la pena per Giuseppe Provenzano, ma in continuazione con una precedente sentenza. Condannati anche Domenico Alagna e Aurelio Puccio. In primo grado erano stati assolti, oggi la Corte d’appello ha inflitto loro rispettivamente un anno e 4 mesi e un anno di carcere. Assolti, infine, Vito Nicolosi e Stefano Biondo (il Tribunale lo aveva condannato).

L’inchiesta era partita dai file trovati nel computer di Giuseppe Provenzano, titolare di un negozio di ferramenta. Durante una perquisizione a casa sua, i finanzieri trovarono file, pen drive, pc e la contabilità delle scommesse clandestine.

I guai giudiziari per Giovanni Pecoraro, invece, ruotavano attorno alla Gia.Spe. Ufficialmente l’impresa edile con sede in viale Margherita di Savoia, a Palermo, era di proprietà dell’ex dirigente del Palermo calcio e del cognato Giampiero Specchiarello. In realtà, secondo i finanzieri della Valutaria, i due avevano come socio occulto Guido Spina, già condannato per traffico di droga, fabbricazione di documenti falsi ed evasione.

Accuse a cui si aggiunsero le ricostruzioni dei collaboratori di giustizia che non hanno retto al vaglio dei giudici di primo e secondo grado.


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