11 Agosto 2015, 10:05
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PALERMO – Vanta oltre dieci secoli di storia nel corso dei quali ha subito attacchi di vandali e pirati, ma è in questi giorni che si sta consumando a suon di carte bollate un’ulteriore e aspra battaglia lungo le sue mura: è il complesso monumentale della tonnara di Scopello, nel Trapanese, gioiello storico sottoposto a vincolo dalla Soprintendenza. A gestirlo è una comunione di comproprietari che finora ha garantito la tutela del bene e l’accesso controllato al sito a fronte del pagamento di un biglietto da 3 euro. Una proprietà messa in discussione dall’attuale sindaco del Comune di Castellammare, Nicolò Coppola che, attraverso un’ordinanza, ha aperto il cortile della tonnara ai bagnanti in nome dell’accesso gratuito al mare.
La battaglia tra la gestione pubblica e privata di un sito protetto è arrivata al Tar Sicilia che ha ora sospeso l’ordinanza del sindaco, sollevando interrogativi su come conciliare l’accesso libero con il turismo di massa. “Il cortile è un acciottolato del ‘600 appena restaurato da noi, non esiste una spiaggia – dice Rosa Maria Ruggieri Foderà, uno dei proprietari della Comunione tonnare di Scopello & Uzzo – due diffide della soprintendenza e il monito del prefetto di Trapani non hanno fermato il sindaco che ci ha notificato un progetto di esproprio parcellare che prevede di smembrare il complesso monumentale in tre aree con, al centro, uno stabilimento balneare con annesso ristorante, destinazione d’uso incompatibile con il vincolo. Non si può fare della tonnara la piazza del paese, l’idea ci fa inorridire”.
“L’indotto generato dal ticket ci ha consentito di restaurare gradualmente il sito senza gravare sull’economia pubblica – spiega l’architetto Leonardo Foderà, comproprietario che cura il restauro – abbiamo fornito bagni chimici che non scaricano in mare, un percorso pulito e pedonale ai turisti e la sorveglianza, spesa che incide per oltre 50mila euro l’anno – aggiunge Foderà – mentre il sindaco ha utilizzato denaro pubblico per affidare il sito a due cooperative di privati. Le nostre condizioni, invece, sono state approvate dalla Soprintendenza e hanno permesso di condividere con le persone la tonnara nel rispetto dell’ambiente”.
Dalla parte dei proprietari, infatti, si sono schierate diverse associazioni ambientaliste regionali e nazionali, su tutte Wwf e Legambiente. Ma i proprietari denunciano anche i ripetuti tentativi di esproprio dell’amministrazione comunale. “Non esistono aree demaniali dentro la tonnara – aggiunge Leonardo Foderà – come chiarito dallo stesso ente demanio, inoltre la nostra gestione ha impedito alle imbarcazioni private di avvicinarsi troppo alla costa, senza dragare i preziosi fondali. Il sindaco tenta di appropriarsi del cortile e della terrazza della storica palazzina Florio per poi rivenderceli sotto forma di concessione demaniale e fare entrare dall’anno prossimo nella nostra proprietà le persone facendo loro pagare 30 euro invece di 3. C’è inoltre un’ordinanza comunale del 2015 che vieta la balneazione sotto i faraglioni per il rischio di distacco pietre, mai fatta rispettare dal sindaco che, invece, sulla base di un’ordinanza del 2001, ha chiuso ai nostri ospiti la torre che però nel 2007 è stata consolidata con collaudi certificati, come attesta un permesso della Capitaneria che ha consentito a una troupe francese di fare delle riprese per 40 giorni”. Il 10 settembre il caso sarà nuovamente trattato dal Tar in camera di consiglio, ma intanto, i pochi giorni di apertura del sito hanno dato il via a bivacchi anche nelle aree non coperte dall’ordinanza.
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11 Agosto 2015, 10:05