Blitz antidroga all'alba, 8 arresti | Lo spaccio era "no stop" - Live Sicilia

Blitz antidroga all’alba, 8 arresti | Lo spaccio era “no stop”

Cocaina (archivio)

Era un market molto ben assortito e garantiva il funzionamento continuo. Ma si vendeva droga. Smantellata una organizzazione che operava nel quartiere Belmonte-Chiavelli. Cinque persone in carcere, tre ai domiciliari.

PALERMO – Scuole, bar, parcheggi, centri scommesse. Persino davanti alla chiesa del “Bell’amore”, all’incrocio tra le vie Belmonte Chiavelli e Falsomiele. Ogni luogo era buono per incontrarsi. Spesso i clienti – commercianti, professionisti, musicisti e studenti – non avevano bisogno di darsi appuntamento. Sapevano che c’era sempre uno spacciatore pronto a cedergli cocaina o marijuana.

Quando i clienti erano giovanissimi le consegne avvenivano a domicilio. Gli accordi venivano presi per sms: “Scendine 40xke I porto a scuola”, “io potrei passare all’uscita di scuola tipo per le 2 e 15?”. Tanti ragazzini dell’Istituto tecnico industriale Alessandro Volta, di Palermo, sono finiti negli elenchi dei consumatori.

Sono storie di ordinaria delinquenza quelle stroncate stamattina all’alba dagli uomini del Gico della Guardia di Finanza tra Ciaculli e Belmonte Chiavelli. Otto le ordinanze di custodia cautelare, di cui 5 in carcere e 3 agli arresti domiciliari. L’organizzazione sfruttava la conformazione morfologica del quartiere. Un dedalo di stradine dove le presenze estranee venivano notate subito. Nel corso dell’operazione denominata Restart sono stati ricostruiti oltre mille episodi di cessione e identificati 107 consumatori. Sequestrati oltre 5 chili di marijuana, 100 grammi di cocaina.

Le indagini sono iniziate nel 2011 quando i finanzieri arrestarono un pregiudicato e trovarono uno zaino pieno di droga. Da allora i tabulati telefonici, le intercettazioni, gli appostamenti, i pedinamenti e i sopralluoghi hanno portato a scoprire il mercato della droga. Bastava recarsi al bar di via Belmonte Chiavelli per prendere un caffè, con la certezza, in qualsiasi ora della giornata, di trovare la propria dose di hashish o cocaina. L’organizzazione sarebbe stata gestita da giovani cresciuti per strada, abituati ai guadagni facili, al lavoro sporco, a contendersi le donne come i clienti.

È la storia, ad esempio, dei fratelli Ferdinando ed Umberto Billitteri la cui egemonia fu interrotta da un blitz della polizia nel 2012. E iniziò l’ascesa di quello che sarebbe stato il loro socio, Valerio Lo Iacono, poi entrato in conflitto con l’ambizioso braccio destro Filippo Cammuca.

Le indagini ci consegnano le figure di uomini senza scrupoli pronti ad offrire la droga nelle scuole, ad utilizzare minorenni per conservare e consegnare le dosi, in cambio di danaro o, in taluni casi, di prestazioni sessuali anche con transessuali. Uno spaccato di degrado disarmante.

Gli affari andavano a gonfie vele. In occasione del suo primo arresto Umberto Billitteri incaricò Alessandro Lo Giudice di conservare il denaro: “Siccome devo levare tutti i soldi che ci sono a casa… Tu sai dove tenerli? magari in cantina da te…”.


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