26 Novembre 2012, 20:33
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CATANIA – Altra scossa questo pomeriggio sull’Etna. A tremare è stata la terra di Nicolosi, alle pendici del vulcano, alle 16:46. La gente l’ha sentita distintamente, anche se i sismografi dell’istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia hanno registrato soltanto una magnitudo 1.3: la prova, questa, che si è trattato di un terremoto superficiale, a livello del suolo. Molto simile alla scossa della notte scorsa, anche in questo caso superficiale. Che sta succedendo sull’Etna?
A rispondere a LiveSicilia Catania è il vulcanologo dell’Ingv Mauro Coltelli: “Si tratta di attività così debole e frequente da non destare preoccupazione, anche se è dovuto all’arrivo del magma dal profondo. Non avrà ripercussioni, perciò, nell’attività eruttiva dell’Etna. Le scosse fanno parte della vita del vulcano, è difficile stabilire una correlazione tra i due avvenimenti. Situazione diversa, invece, per gli eventi sismici più profondi che si sono registrati nei giorni scorsi”.
Per Giovanni Tringali dell’Istituto di Ricerca Medica e Ambientale questa attività sismica “è propedeutica alla ricarica del bacino magmatico più pronfondo, che sta facendo pressione sulla copertura. Il magma sale e preme sugli strati rigidi della crosta. Ci sarà sicuramente un’eruzione, ma non è detto in tempi brevi: dopo gli eventi del dicembre 2009, per esempio, le fontane di lava arrivarono un anno dopo, il 12 gennaio 2011. La zona è quella di Maletto: una zona critica che risente dei movimenti del mantello”. Molti cittadini, invece, si chiedono se c’è un collegamento tra questi terremoti e il rossore che si vede sulla sommità del vulcano: “E’ un’incandescenza – aggiunge – che si nota nel cratere orientale di Sud-Est: ma non c’è nessuna eruzione, si tratta soltanto di gas incandescenti che arrivano a temperature più alte di quelle della lava raggiungendo anche 1.200 gradi”.
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26 Novembre 2012, 20:33