Scovata piantagione di cannabis| all’interno di un vigneto

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28 Novembre 2017, 11:48

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CALTAGIRONE – Scovata una piantagione di cannabis nel calatino. Un valore di mercato che si aggirerebbe, al dettaglio, in oltre mezzo milione di euro. Una piantagione ed un impianto di lavorazione all’avanguardia e un sistema che sembrerebbe essere collaudato, nel controllo degli accessi al podere. Il più importante sequestro di questo genere nel territorio del calatino da oltre un decennio, frutto di una intensa e veloce attività investigativa messa in atto dagli agenti del locale commissariato di pubblica sicurezza, coordinata dal dirigente dottor Marcello Ariosto. La piantagione, a pochi passi da una nota comunità per il recupero delle tossico dipendenze, all’interno del Bosco di Santo Pietro, era ben nascosta all’interno di una serra accanto la quale venivano coltivati altri prodotti.

L’attività ha preso il via dalla segnalazione, rivelatasi fondata, che nelle prossimità della comunità Oasi di Santo Pietro, poteva esserci una piantagione di cannabis.
L’attività investigativa, conclusasi in poco tempo, dava ragione della segnalazione ricevuta e dopo l’ultimo appostamento, gli uomini del commissariato, si sono fatti strada all’interno del podere agricolo.  Ad essere colti sul fatto e arrestati con l’accusa di coltivazione, estrazione e raffinazione di sostanze stupefacenti sono stati: Criscione Raffaele classe 77 proprietario del fondo, Ternova Bilbil, albanese, classe 66 (che è stato immediatamente rimesso in libertà dal Gip), denunciati in stato di libertà altri due connazionali del Bilbil: Havoli Dashurie classe 67 e Havolli Xhevajr classe 63., tutti residenti a Licodia Eubea.

A seguito del controllo effettuato, gli uomini del commissariato di Caltagirone, hanno posto sotto sequestro un intero tendone che, da adibito a coltivazione di viti era del tutto utilizzato per la coltivazione di marijuana. Sono state dunque numerate 408 piante e altri 2300 gambi già recisi. Il Criscione, ammettendo le proprie responsabilità e dando da subito notizie su come era giunto alla decisione di coltivare la marijuana nel proprio terreno, aveva in proprietà anche un laboratorio all’interno di un garage dove veniva lavorata e trasformata la sostanza tramite processi di essiccazione e di estrazione dell’olio ai fini della produzione di hashish.

Nel complesso gli uomini del commissariato hanno posto sotto sequestro oltre il podere e la serra: sei sacchi con 121 kg di marijuana, 2 contenitori contenenti altri 33 kg di marijuana in essiccazione, scarti di lavorazione per altri 11 kg, oltre 5kg di una sostanza verde e viscosa presumibilmente marijuana in fase di lavorazione, ed altri 6 kg della stessa sostanza in altro contenitore ed un torchio intriso di sostanza stupefacente. Gli uomini, espletate le formalità di rito, sono stati posti agli arresti presso i rispettivi domicili. Un’attività dunque che ha portato al sequestro di un quantitativo superiore ai 160 kg di sostanza stupefacente e che, per la quantità è presumibile pensare che non potesse servire a coprire il solo fabbisogno del calatino. E’ stato infatti, lo stesso Criscione, ad ammettere che Il Ternova sia stato in contatto con ambienti catanesi che gli avevano proposto questo business particolarmente remunerativo. Alla pianta il valore, infatti, si aggira oltre i 100.000 euro al dettaglio il quantitativo avrebbe potuto fruttare alla malavita oltre mezzo milione di euro.  

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Bilbil Ternova, difeso dall’avvocato Fabio Presenti, è stato immediatamente rimesso in libertà. Il Gip infatti  accogliendo la tesi difensiva ha ritenuto non sussistenti gravi indizi di colpevolezza e ha rigettato la richiesta di applicazione di misura cautelare avanzata dal Pm disponendone l’immediata liberazione.

 

 

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28 Novembre 2017, 11:48

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