28 Maggio 2012, 10:13
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Cresciuto nella Juventus, natali calabresi e un passato “scomodo” legato al nonno, Giuseppe Morabito, di Africo (Reggio Calabria) detto Tiradritto, finito in tante inchieste sui clan della ‘ndrangheta, Giuseppe Sculli, 31 anni, attaccante del Genoa, lui che durante la follia degli ultrà rossoblù ha affrontato a tu per tu i ‘tifosi’, entra nella vicenda calcioscommesse tirato in ballo da Hristiyan Ilievski, figura di spicco degli ‘zingari’ che ha parlato del presunto coinvolgimento dell’attaccante in Lazio-Genoa del del 14 maggio del 2011. Tutto carattere e determinazione, in campo come nella vita, uomo spogliatoio per eccellenza, Sculli è nato a Bruzzano nella Locride. Nipote prediletto di Tiradritto, quell’uomo ingombrante lo ha sempre difeso in modo netto anche quando disse: “Vergognarmi? Io vado a testa alta, per me mio nonno non ha fatto nulla di male”.
Si dice che durante la latitanza di Tiradritto, gli investigatori girassero gli stadi mezza Italia con la speranza di trovarlo a veder giocare il nipote, tanto era l’affetto per quel ragazzo. Sculli come non ha avuto esitazioni a difendere il nonno, così non ne ha avute nella domenica di follia degli ultras di Genova. Si è mosso deciso verso i tifosi per spiegare loro come stavano le cose. In nome della dignità personale, di quella dei suoi compagni di squadra, o soltanto in virtù di un sano istinto di ribellione, lui la maglia non se la toglieva. E non se l’é tolta. Cresciuto nella Juventus, ha giocato col Crotone dal 2000 al 2002. Poi è stata A, con Modena, Chievo, Brescia e Messina, e soprattutto Nazionale Under 21, con cui ha conquistato un Bronzo alle Olimpiadi di Atene e il Campionato europeo del 2004.
Il Genoa lo ha preso nel 2006, ma, poche settimane dopo ha avuto otto mesi di squalifica con l’accusa di aver truccato assieme ad alcuni compagni del Crotone una gara con il Messina. Al Genoa, con Gian Piero Gasperini che lo conosceva dai tempi della Juventus, Sculli ha giocato alcune delle stagioni migliori. Dava carattere e temperamento a una squadra giovane e nuova che si affacciava nel massimo campionato. Non ha mai avuto paura degli avversari, del Milan, dell’Inter e della Juventus. E neanche di amicizie o parentele ‘scomode’.
MS/EI
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28 Maggio 2012, 10:13