13 Novembre 2021, 16:39
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Nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi crolla il tetto del Liceo Scientifico Boggio Lera. Solo il caso (qualcuno dice la fortuna) ha fatto sì che il crollo non si trasformasse in tragedia coinvolgendo studenti, docenti o personale scolastico. “Abbiamo segnalato problemi alla struttura dell’edificio scolastico già da maggio scorso”, dicono in coro Oriana D’Urso e Asia Di Bella rappresentanti della Consulta Provinciale Studentesca del liceo scientifico Boggio Lera.
Oggi il preside Donato Biuso ha incontrato la stampa e fatto il punto della situazione. “Dopo il crollo del tetto nell’edificio di via Vittorio Emanuele avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi, oggi, si ha la contezza dei danni e del numero delle classi per le quali è stata confermata l’inagibilità – dice Biuso – sono 29 le classi inagibili”.
Biuso riavvolge il nastro delle comunicazioni ufficiali. “Il primo intervento, effettuato dai Vigili del Fuoco, aveva riguardato solo la parte iniziale del corridoio d’ingresso. Adesso la comunicazione della Città Metropolitana che riguarda l’inagibilità dell’edificio dopo il sopralluogo dei tecnici della ex Provincia – continua il preside – che hanno, dall’alto, analizzato le condizioni del tetto crollato e la situazione non è apparsa per nulla buona e, a mia memoria, non sono mai stati fatti lavori di rifacimento del tetto”.
L’edificio che ospita il Liceo Scientifico Boggio Lera è stato dichiarato Patrimonio Unesco ed è stato oggetto di lavori di ristrutturazione qualche anno fa grazie ai fondi “PON 2007/2013”. Interventi che hanno riguardato – come riportato – “la riqualificazione degli ambienti scolastici relativi alla efficienza energetica, alla sicurezza, alla accessibilità e all’attrattiva”.
Lavori che, comunque, non hanno riguardato il tetto, ma solo le facciate.“Negli interventi del Pon, i lavori sul tetto crollato, a quanto pare, non erano previsti – afferma il dirigente Biuso – e io, che sono qui da due anni, non ricordo nessun intervento strutturale”.
Lunedì prossimo ci sarà una riunione nella sede della Città Metropolitana con tutti i soggetti coinvolti per trovare una soluzione alla carenza di 29 aule che coinvolge 500 studenti circa. “Si poteva prevedere se qualcuno ci avesse ascoltato prima – ribadisce Oriana D’Urso – ci sentiamo presi in giro e non perché stavano giocando con interventi, appalti, sopralluoghi e altro. No! Ci sentiamo presi in giro perché non si gioca con la vita degli studenti, la nostra vita”.
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13 Novembre 2021, 16:39