12 Ottobre 2012, 20:38
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PALERMO – Cosa c’entra l’arte e lo spettacolo con l’Amat? Si saranno domandati anche questo al comune di Palermo quando ad inizio luglio hanno ricevuto una comunicazione dell’Amat, la società partecipata per il trasporto pubblico, avente per oggetto “ipotesi di regolamento aziendale per gli incarichi professionali”. Un regolamento che, ben inteso, è obbligatorio per ogni azienda ex municipalizzata per evitare sprechi e clientele e regolamentare il ricorso a consulenze esterne.
Ma l’ipotesi non è la prima del suo genere. Già due anni fa l’Amat presieduta da Mario Bellavista aveva inviato alla giunta Cammarata una bozza del regolamento, che però l’allora amministrazione di centrodestra non prese mai in considerazione. Ma a luglio, quando Leoluca Orlando era già sindaco di Palermo per la quinta volta e l’Amat era ancora guidata da Giuseppe Giordano, vicepresidente vicario rimasto solo nel cda dell’azienda dopo le dimissioni di Bellavista e Antonio Caronia, da via Roccazzo è partita una nuova bozza datata 4 luglio.
E all’articolo 2 si legge che “si prescinde dal requisito della comprovata specializzazione universitaria in caso di stipulazione di contratti d’opera […] con soggetti che operino nel campo dell’arte, dello spettacolo o dei mestieri artigianali”. Una dicitura assai curiosa, visto che l’Amat non tratta generalmente né d’arte, né di spettacolo. Sarà anche per questo che a piazza Pretoria non hanno nemmeno preso in considerazione la bozza. E dire che non è la prima volta che le consulenze dell’Amat destano qualche perplessità: come quelle della Corte dei Conti, per esempio, che sta indagando su alcuni incarichi conferiti dal 2006 al 2009.
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12 Ottobre 2012, 20:38