“Se il boss è un padre di famiglia”

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13 Ottobre 2010, 18:36

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Rosalba Di Gregorio, legale di Bernardo Provenzano, è intervenuta nella querelle sulle responsabilità dei figli dei boss, una ferita riaperta da Sonia Alfano con un articolo sul “Fatto”. L’avvocato ha scritto, in replica: “Esprimo il mio pensiero da cittadina italiana e, nel caso specifico, manifesto il mio vivo disappunto. Ho sempre ritenuto che si debba essere valutati per quello che si è e per ciò che si fa e non per ‘l’eredità’ che, senza alcun merito e, dunque, senza alcun demerito, si riceve dai genitori. Sono autorevolmente confortata, in questo mio pensiero, dalla nostra Costituzione, che detta il principio di personalità della responsabilità penale. Come cattolica, poi, ricordo che ci si confessa e si fa ammenda dei propri peccati e non di quelli commessi da altri”.

E poi, avvocato, il boss è anche un padre, no?
“La dimensione familiare è unica. Il rapporto tra figli e genitori è personale, inviolabile, fa parte di un patrimonio affettivo disponibile solo a chi lo sperimenta”.

Lei difende Provenzano. E ha conosciuto Roberta Bontate.
“Quando era piccolissima. Che responsabilità può avere una bambina con papà in cella? Di cosa è colpevole, oggi,  rispetto ai suoi ricordi e ai suoi sentimenti?”.

Sonia Alfano invoca la cultura della legalità.
“La legalità ha confini certi. Ognuno risponde delle proprie azioni. Chi vuole affermare un altro codice superiore, basato magari sul razzismo del nome, viola proprio quei principi”.

Chi sono i figli dei boss?
“Ragazzi che hanno avuto un papà normale, uno che gli diceva di fare i compiti e di lavarsi i denti. Come gli altri padri. I boss, generalmente, non si portano appresso la prole in fasce quando vanno a sparare”.

Quindi?
“Gli uomini devono essere valutati per quello che sono e per quello che fanno. Il figlio di una vittima di mafia non vale di più del figlio di un boss, in partenza, per un fattore generico e pregiudiziale. Contano i comportamenti e sulla base di questi si subisce il giudizio. E pure sulle ricchezze…”.

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Sì?
“Non è vero che le famiglie dei boss vivano nello sfarzo di soldi illecitamente accumulati. Spesso non c’è un euro”.

Come s’è accorta della riflessione di Sonia Alfano?
“E’ stato Angelo Provenzano a segnalarmela. Voleva rispondere lui”.

E non ha risposto?
“L’ho bloccato. Non aveva titolo per replicare”.

Come sta Provenzano padre?
“Malissimo, in cella, con i riscaldamenti intermittenti per risparmiare. E può usare un numero limitato di maglioni”.

Perché?
“E’ la regola”.

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13 Ottobre 2010, 18:36

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