28 Settembre 2022, 22:43
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CATANIA. Ogni cosa sembra essere tornata al proprio posto. L’atmosfera straripante del Massimino. Un presidente (presente allo stadio) degno di tal nome e del blasone. Una squadra in campo che corre, suda, vince. Persino l’uscita dallo stadio con quel “Chi fici u Catania?” (anche se il risultato lo si conosce) sembra essere il timbro alla chiusura definitiva a mesi, in verità anni, tormentati.
La prima al buon vecchio Cibali è andata così come doveva andare. Nella bella cornice di pubblico che ha scandito novanta minuti nei quali gli avversari, i calabresi del San Luca, sono stati tutto men che uno sparring partner, si è tornati ad assaporare l’odore del campo. Niente tormenti, finalmente. Niente risvegli con improvvise pendenze Irpef da saldare. Niente punti di penalizzazione per ritardi nel pagamento degli stipendi. Niente appuntamenti serali dinanzi a studi notarili a parlare di bonifici bancari con valuta straniera.
Stavolta la situazione è, per fortuna, ben diversa. La solidità societaria ha restituito ai catanesi la voglia di tornare a parlare di calcio e di tornare allo stadio.
C’è Chiarella che fugge sulla fascia. Rapisarda che sblocca di precisione. Lodi che ad ogni calcio piazzato fa scattare il telefonino in mano per la ripresa video. C’è mister Ferraro che non sta fermo un solo istante in panca.
C’è il patron Pelligra che applaude convinto dalla Tribuna.
E poi il nervosismo fisiologico del secondo tempo. La paura del pari. La spinta dei quindici mila. Il gancio restituito da Russotto.
E’ tornato il calcio.
E ogni cosa sembra essere tornata al proprio posto.
Catania se lo merita.
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28 Settembre 2022, 22:43
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