08 Marzo 2021, 08:34
1 min di lettura
Uno scherzo, una provocazione o chissà. Di sicuro un gesto da condannare quello del consigliere comunale di Padova che ha indicato il nome di Matteo Messina Denaro per l’elezione dei Garante dei detenuti a livello cittadino.
Lo ha fatto nel segreto dell’urna, provocando la reazione compatta di sconcerto da parte del Consiglio, del sindaco che si è rivolto alla Procura, della Commissione parlamentare antimafia e del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà.
Quest’ultimo, Mauro Palma, ha definito il gesto “un’inaccettabile offesa a tutte le Istituzioni della nostra democrazia. Il discredito che l’autore del gesto, nel segreto del voto, ha voluto gettare su un organismo di tutela dei diritti dovrà rafforzare l’impegno alla rigorosa azione per una esecuzione penale pienamente in linea con il dettato costituzionale a cui contribuirà, auspicabilmente a breve, il Garante dei diritti delle persone private o limitate della libertà di cui la città di Padova si doterà”.
Lo scrutinio segreto non consente di conoscere il nome del consigliere autore del gesto che fa parecchio rumore in un logo lontano dalla Sicilia. A meno che la magistratura non ritenga opportuno aprire un fascicolo e avviare accertamenti su chi in Veneto mostra di subire il fascino del male del latitante di Castelvetrano.
Pubblicato il
08 Marzo 2021, 08:34