26 Gennaio 2015, 13:01
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CATANIA – Da Palazzo degli Elefanti a piazza Trento. Ci pensa la federazione di Sel. Arrivano infatti alla Procura della Repubblica le polemiche sul voto di dicembre del Consiglio comunale in merito al Pua, che ha “smentito” le indicazioni del Cru avanzate il 10 settembre 2014. Nei fatti l’opposizione di centrodestra, con l’appoggio “esterno” di Articolo 4, era riuscita a riportare il Progetto entro le linee generali disegnate dall’Amministrazione guidata da Raffaele Stancanelli.
Un risultato che ha fatto saltare dalla sedia gli ambientalisti del comitato No Pua. “Chiediamo alla magistratura – riferisce Marcello Failla, responsabile per l’area metropolitana catanese di Sinistra Ecologia e Libertà – di avviare un’indagine per capire se, dei soggetti che sono eletti per rappresentare la cosa pubblica, e che devono avere a cuore il bilancio e la situazione finanziaria del Comune di Catania, possano disattendere un parere autorevole del Cru e condannare l’Ente a pagare cinquantamilioni di euro tra espropri e oneri di urbanizzazione”.
I dirigenti di Sel si appellano a una delle prescrizioni fissate dal Consiglio Regionale dell’Urbanistica che così si è espresso: “In coerenza con la normativa, lo strumento non che essere un unico Piano di lottizzazione. Inoltre si ritiene, conseguentemente, che le aree poste a margine del comparto non vadano cedute al Comune”. Per queste ragioni – secondo l’esposto – “non si può utilizzare lo strumento di variante urbanistica. In quanto l’approvazione di questo strumento obbliga il Comune all’acquisizione o l’esproprio oneroso delle aree”.
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26 Gennaio 2015, 13:01