Semplificazione burocratica: | ecco tutti i punti del ddl

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14 Febbraio 2011, 11:10

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Dopo la falsa partenza della scorsa settimana domani approda all’Ars il disegno di legge sulla semplificazione amministrativa e la trasparenza. Il provvedimento firmato dall’assessore alle Autonomie locali Caterina Chinnici (nella foto) si inserisce nell’ambito dell’attività di riforma dell’amministrazione regionale che ha già portato, dal primo gennaio dell’anno scorso, a una riorganizzazione di assessorati e dipartimenti. L’obiettivo è lo snellimento e la modernizzazione dell’apparato burocratico regionale, per accrescere efficienza e competitività.

Tre gli assi portanti del ddl: semplificazione degli iter burocratici, trasparenza e regolamentazione degli sportelli unici. L’articolo 2 del ddl prevede, ad esempio, che le pubbliche amministrazioni concludano un procedimento amministrativo “entro il termine di trenta giorni a decorrere dall’inizio di ufficio del procedimento o dal ricevimento della domanda se il procedimento è ad iniziativa di parte”. Sono previste alcune deroghe (con decreto dell’assessore regionale competente), ma l’iter non può comunque superare i 180 giorni.

“Nell’ipotesi di mancata conclusione del procedimento entro il termine previsto – recita il ddl – devono essere motivate le ragioni del ritardo. Ai fini della verifica di quanto addotto a giustificazione del mancato rispetto del termine, la pubblica amministrazione costituisce nuclei ispettivi interni. La mancata o ritardata emanazione del provvedimento sono valutate al fine della responsabilità dirigenziale, disciplinare ed amministrativa nonché al fine dell’attribuzione della retribuzione di risultato”.

L’articolo 11 introduce la normativa nazionale in materia di “segnalazione certificata di inizio attività” (SCIA), quale strumento di semplificazione sostitutivo di ogni atto di autorizzazione, comunque denominato, “il cui rilascio dipenda esclusivamente dall’accertamento dei requisiti e presupposti stabiliti da leggi, regolamenti o atti amministrativi generali e non sia previsto alcun limite o contingente complessivo, con la sola esclusione dei casi in cui sussistano vincoli ambientali, paesaggistici o culturali, nonché quelli imposti dalla normativa dell’Unione europea”. In questo modo l’attività oggetto della segnalazione potrà avere inizio già nella stessa data della presentazione del certificato.

Le disposizioni del Capo II ridefiniscono invece la disciplina dello Sportello unico per le attività produttive, in un’ottica di semplificazione delle procedure e concentramento di competenze a vantaggio dell’attività d’impresa. Il Suap diventa “unico soggetto pubblico di riferimento territoriale e unico responsabile per tutti i procedimenti che abbiano ad oggetto l’esercizio di attività produttive di natura imprenditoriale, commerciale o artigianale”.

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Spetta all’assessore alle Attività produttive (previa concertazione con le associazioni rappresentative delle imprese, dei professionisti e degli enti locali, sentito il Garante per la protezione dei dati personali) adottare il disciplinare tecnico con le modalità telematiche di comunicazione e trasferimento dei dati tra il SUAP e i soggetti coinvolti nel procedimento.

Le disposizioni del Capo III adeguano l’amministrazione regionale alle novità introdotte, a livello nazionale, dalla cosiddetta riforma Brunetta. Ecco quindi che anche la Regione Siciliana avrà un sistema di valutazione delle strutture e della performance dei dipendenti, la pubblicità nei siti istituzionali dell’amministrazione del bilancio, della spesa per il personale, dei curricula dei soggetti esterni con incarichi di consulenza, il portale regionale telematico unico ”al fine di assicurare la tempestiva ed immediata conoscibilità degli atti amministrativi regionali nonché la trasparenza delle procedure”. L’articolo 27 prevede l’adozione di un manuale per il corretto e uniforme utilizzo dello stemma della Regione.

Grande attenzione e’ riservata alla legalita’, con l’introduzione di una serie di norme che mirano a rendere l’azione amministrativa regionale “impermeabile” rispetto a qualsiasi forma di infiltrazione e collusione mafiosa. Il corpo di norme e’ stato tratto dal “Codice antimafia e anticorruzione della pubblicazione amministrazione” gia’ approvato dalla Giunta regionale lo scorso anno. E’ prevista anche l’attivazione di un numero verde telefonico per la segnalazione di episodi di infiltrazioni criminali negli uffici regionali.

Parte del testo e’ poi riservata al comportamento dei dipendenti degli enti locali. E’ stato inserito, ad esempio, il divieto di accettare regali di qualsiasi natura. I dipendenti avranno inoltre l’obbligo di compilare un questionario indicando sia i rapporti di collaborazione, in qualunque forma retribuiti, svolti negli ultimi 5 anni, sia l’eventuale adesione ad associazioni e organizzazioni, anche di carattere riservato. Il questionario andra’ aggiornato con cadenza biennale. I dipendenti dovranno comunicare, all’organo burocratico di vertice, l’avvio e la conclusione di eventuali procedimenti penali a loro carico per i reati di stampo mafioso, concussione, corruzione, scambio elettorale politico-mafioso, rapina, estorsione, usura, ricettazione, riciclaggio, truffa aggravata ai danni dello Stato, turbata liberta’ degli incanti, frode nelle pubbliche forniture. Prevista, inoltre, la rotazione periodica del personale che svolge mansioni nei settori piu’ esposti al rischio di infiltrazioni di tipo mafioso e in particolare degli appalti, dell’urbanistica, dell’edilizia, dei trasporti e delle risorse umane.

Il ddl dovrebbe iniziare il suo cammino domani alle 16, ma il condizionale sembra d’obbligo. Inserito nell’ordine del giorno dell’ultima seduta, la discussione non ha avuto luogo per l’assenza in aula sia dell’assessore Chinnici sia del relatore Riccardo Minardo. Coincidenza che ha portato ad aspre polemiche da parte del Pdl e al rinvio della seduta dopo pochi minuti. Vedremo dunque se domani il ddl avrà maggior fortuna.

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14 Febbraio 2011, 11:10

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