09 Ottobre 2022, 18:46
3 min di lettura
Sempre meno figli per le donne italiane, il tasso di fecondità continua a scendere e nel 2021 il numero medio di nascite per donna è stato pari a 1,25, rispetto a 1,46 del 2010.
Le mamme italiane partoriscono dopo i 30 anni, in media a 33 e continua l’eccessivo ricorso al taglio cesareo anche se si registrano segni di rallentamento.
Si rafforza la presenza dei papa’ in sala parto che 5 anni fa erano gia’ circa il 90% e ora toccano, esclusi i parti cesarei, ben il 95,4%. E’ il quadro che arriva dal report annuale del Ministero della Salute sul Certificato di Assistenza al Parto (CeDAP), relativo al 2021. L’indagine ha coinvolto 364 i punti nascita.
Per il parto quasi 9 donne su 10 (esattamente l’88%) preferisce le strutture pubbliche e il 62,8% delle nascite si svolge in strutture con “alti volumi di attività”, sopra i mille parti annui.
“Nelle strutture pubbliche sono garantite le migliori condizioni di sicurezza e un’assistenza completa sia per la mamma sia per il nascituro. Nelle aziende sanitarie e ospedaliere, infine, abbiamo messo a punto protocolli post Covid per fare in modo, dopo lo stop legato alla pandemia, che tutti i papà possano assistere al parto senza perdere questo grande momento di gioia”, ha spiegato il presidente di Fiaso (la federazione degli ospedali italiani), Giovanni Migliore.
Il tasso varia da 5,2 nati per mille donne in età fertile in Sardegna a 9,7 nella Provincia Autonoma di Bolzano rispetto ad una media nazionale del 6,8. Le Regioni del Centro presentano tutte una natalità inferiore alla media nazionale. Nelle Regioni del Sud, i tassi più elevati sono quelli di Campania, Calabria e Sicilia, superiori alla media nazionale. Le regioni in assoluto meno prolifiche sono invece Sardegna e Molise.
Il tasso di mortalità infantile, (nel primo anno di vita), è pari nel 2018 a 2,88 bambini ogni mille nati vivi ed è dovuta principalmente a cause legate alle condizioni della gravidanza e del parto o a malformazioni congenite
Nel 2021, circa il 19,9% dei parti è relativo a madri di cittadinanza non italiana, un fenomeno è più diffuso nelle aree del Paese con maggiore presenza straniera, ovvero al Centro-Nord, dove più del 26% dei parti avviene da madri non italiane; in particolare, in Emilia Romagna, Liguria e Marche oltre il 30% delle nascite è riferito a madri straniere. Le madri di origine Asiatica e Sud Americana costituiscono rispettivamente il 19,0% ed l’8,7% delle madri straniere.
L’età media delle mamme italiane è di 33,1 anni, mentre scende a 31 anni per le cittadine straniere. I valori mediani sono invece di 33,7 anni per le italiane e 31,5 anni per le straniere. Le donne straniere partoriscono il primo figlio in media a 29,2 anni. Delle donne che hanno partorito nel 2021, il 42,4% ha una scolarità medio alta, il 23,4% medio bassa ed il 34,2% ha conseguito la laurea. Fra le straniere prevale invece una scolarità medio bassa (42,4%). E ancora, il 57,7% delle madri lavora, il 25,8% sono casalinghe ed il 16,5% sono disoccupate o in cerca di prima occupazione.
Nel 91% delle gravidanze il numero di visite ostetriche è superiore a 4 mentre nel 75,9% delle gravidanze si effettuano più di 3 ecografie. La percentuale di donne italiane che effettuano la prima visita oltre il primo trimestre di gravidanza è dell’1,9% mentre la percentuale sale al 10,2% per le donne straniere.
La donna ha accanto a sé al momento del parto (esclusi i cesarei) nel 95,4% dei casi il padre del bambino, nel 3,4% un familiare e nell’1,2% un’altra persona di fiducia. Ancora troppi cesareo, in particolare nelle strutture accreditate: nel 2021 il 31,2% dei parti è avvenuto con taglio cesareo Qualcosa si muove, riferisce il report, con una tendenza alla diminuzione.
Pubblicato il
09 Ottobre 2022, 18:46