02 Dicembre 2013, 06:00
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CATANIA – La massoneria aveva ordinato a Mario Brancato di assonnarsi e fare un passo indietro nelle competizioni elettorali del 2000 e 2001, quando il legale etneo subì un attentato incendiario. Lo rivela, nero su bianco, la sentenza d’Appello del processo contro Sebastiano Scuto.
IL CONTESTO. La Corte ritiene che le prove “hanno consentito di dimostrare in termini di certezza” che durante le elezioni comunali di San Giovanni La Punta del 2000 e le regionali del 2001, “i Laudani appoggiavano la candidatura di Santo Trovato e osteggiavano quella di Mario Brancato il quale, facente parte di una loggia massonica, era stato invitato dai superiori ad assonnarsi, ovvero a mettersi da parte”.
Tutta la vigilia della campagna elettorale è caratterizzata da aggressioni agli attacchini di Brancato e intimidazioni. Ma anche “buoni della spesa” nel supermercato Despar di Scuto in cambio del sostegno a Trovato. Tra gli aggressori dei sostenitori di Brancato vengono individuati picciotti vicini ai Laudani.
COMPASSO E BRANCATO. Intervistato da Livesicilia pochi mesi addietro, Brancato aveva spiegato di essersi “assonnato” volontariamente e di non avere più nulla a che fare con la massoneria. La sentenza Scuto ricostruisce tutti i passaggi di quella fase.
Brancato ha riferito agli inquirenti di aver fatto parte della massoneria di Piazza del Gesù dal 1998 al 2001, “anno in cui egli si era assonnato -si legge nella sentenza- per non farvi più rientro, a seguito di una richiesta esplicita, ricevuta dopo l’incendio del suo studio”. A fare la richiesta sarebbe stato “Santi Recupero -recita la sentenza- uno dei responsabili dell’Obbedienza a Catania, il quale, a sua volta, aveva ricevuto un ordine in tal senso da parte di un responsabile della Calabria, tale Enrico Catalano”.
LA PREMONIZIONE. Agli atti del processo contro Scuto ci sono le dichiarazioni di Brancato sull’incontro con Carmerlo Antonio Ruscica, lavoratore socialmente utile di San Giovanni La Punta che lo avrebbe avvertito del fatto che Trovato parlava dell’imminente “sorpresa”, per Brancato, “per mafia, massoneria e voto di scambio”.
La profezia si realizzò e Brancato fu indagato, ma poi archiviato, nell’inchiesta Belfagor, teatro dei veleni che affondavano radici profonde nella Procura di Catania passando dalle più potenti logge massoniche siciliane.
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02 Dicembre 2013, 06:00