04 Dicembre 2012, 06:30
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CATANIA – Avebbe accumulato un patrimonio da cinquecento mila euro facendo affari con Cosa Nostra: ma adesso questi beni – tra cui la sua ditta individuale, due case in città, auto e moto di lusso e conti correnti bancari e postali – sono stati sequestrati. La Direzione Investigativa Antimafia di Catania ha messo i sigilli ai beni dell’imprenditore catanese Gaetano Giacomo Ursino, 41 anni. Secondo gli investigatori, ci sono troppe differenze tra il suo patrimonio e quanto ha dichiarato al fisco: le indagini economico-finanziarie, che hanno riguardato anche la sua famiglia, sono state condotte dalla DIA e riguardano il periodo compreso tra il 1996 e quest’anno.
L’uomo era già stato arrestato l’anno scorso, il 16 novembre, durante l’operazione “Gibel” che aveva portato in manette altre quattro persone accusate di far parte di Cosa Nostra e di essere uomini di fiducia del boss ergastolano Giuseppe “Piddu” Madonia, capomafia di Caltanissetta. Le indagini sono iniziate quattro anni fa nei confronti di Lucio Tusa, nipote di Madonia e già condannato per mafia.
Il sequestro ai beni di Ursino scaturisce da un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania che ha accolto la proposta avanzata dal Direttore della Direzione Investigativa Antimafia.
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04 Dicembre 2012, 06:30