22 Gennaio 2015, 15:54
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PALERMO – I primi a salire sul banco dei testimoni, il prossimo 30 gennaio, saranno i pentiti Calogero Ganci e Francesco Onorato. Toccherà a loro ricostruire i presunti intrecci perversi fra la mafia e gli imprenditori Rappa. La sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, presieduta da Silvana Saguto, si sposterà in trasferta a Palermo.
Nel frattempo i legali dei Rappa, hanno fatto ricorso in Cassazione contro il no al dissequestro del patrimonio stimato in 800 milioni di euro. Sono al momento in amministrazione giudiziaria i beni di Vincenzo Rappa, il capostipite della famiglia ormai deceduto, che a cascata sono passati al figlio Filippo e ai nipoti Sergio, Vincenzo, Vincenzo Corrado e Gabriele. Sotto sequestro sono finiti imprese di costruzioni, ville, edifici, terreni, l’emittente televisiva Trm, la concessionaria di pubblicità Pubblimed, le concessionarie di auto “New sport car”, con sede a Isola delle Femmine e Catania, che commercializzano marchi di lusso come Bmw, Mini e Jaguar. Tutte le aziende continuano a lavorare regolarmente in amministrazione giudiziaria.
Secondo i difensori – e per questo ne chiedevano la restituzione – una parte dei beni non faceva parte dell’eredità di Vincenzo Rappa ma della moglie, deceduta due anni prima del marito. Ed ancora, alcune attività – come Trm e la nuova Sport Car – sono di proprietà dei nipoti di Rappa senior, Corrado Vincenzo e Gabriele, che non sono eredi del nonno. Inoltre, secondo la difesa, si tratta di attività sorte due decenni dopo il periodo in cui Rappa ha intrattenuto i rapporti con i mafiosi che gli sono costati la condanna. È stato il pubblico ministero Dario Scaletta a chiedere di sentire tre collaboratori: oltre ad Onorato e Ganci, prossimamente, sarà ascoltato Francesco Paolo Anzelmo.
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22 Gennaio 2015, 15:54