17 Settembre 2023, 07:35
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“Se t’incontro per strada non riesco a parlarti. Mi si bloccano le parole non riesco a guardarti negli occhi mi sembra di impazzire. Se potessi amplificare. Il battito del mio cuore sentiresti”. Ci perdoni il mitico Jovanotti, alias Lorenzo Cherubini (auguri di pronta ripresa), se saccheggiamo la sua Serenata rap, per trasformarla in una serenata Rap, nel senso della società che ha l’ingrata missione di pulire Palermo.
Infatti, quei versi di meraviglia corrispondono allo stato d’animo di molti palermitani, quando, specialmente nelle periferie desolate, scorgono un autocompattatore. Sono spesso gli stessi che, tuttavia, contribuiscono, con il lancio del sacchetto a ogni ora, all’accumulo di munnizza in città.
Non manca il rifiuto ittico, come dimostra una delle foto estratta dal ‘libro delle schifezze’ che proprio la Rap potrebbe, idealmente, pubblicare. Abbiamo già citato, in un racconto sui numeri, il tonno fatto a pezzi e abbandonato al suo destino in un cassonetto. Qui c’è altro pesce, lasciato ad arrostirsi sotto il sole.
Per chi avesse bisogno di elementi in legno, porte, finestre, cassettiere, non c’è problema. Un certo tipo di palermitano prende la faccenda del conferimento dei rifiuti con un approccio estensivo. Basta che sia di troppo, si può buttare, dove capita, capita.
Ci sono poi quelli con la fissazione del salotto, che devono punteggiare la città di poltrone, piazzate qua e là. Peccato che non ci si possa nemmeno sedere perché, nel frattempo, sono state ricoperte da altri rifiuti.
Ma l’inarrivabile protagonista dell’escalation della munnizza è immancabilmente lui, il materasso. Perfetto per il finale, oltretutto. Buonanotte, Palermo.
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17 Settembre 2023, 07:35