25 Giugno 2015, 10:27
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PALERMO – Più di duecento piante avrebbero fruttato circa quattrocentomila euro. Una maxi piantagione quella scoperta dalla polizia a Giacalone, in provincia di Palermo, dove sono stati arrestati Domenico Scarantino, fratello 56enne del falso pentito della strage di via D’Amelio, Vincenzo, e Giacomo Di Maio, entrambi accusati di produzione e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.
Nel corso dell’intervento della sezione Antidroga della squadra mobile, i poliziotti hanno notato i due arrivare in un casolare della zona: Scarantino veniva tenuto sotto controllo già da tempo per i suoi precedenti penali per traffico di droga, e una volta notato insieme a Di Maio, è scattato l’appostamento. Un’attività di osservazione che ha permesso di accertare la presenza di una vera e propria piantagione nei pressi del casolare, dal quale Scarantino e Di Maio sono usciti con due grossi sacchi neri di plastica, dirigendosi verso un’auto.
Fermati, sono stati sottoposti ad un controllo: i due sacchi contenevano nove chili di marijuana. Immediata l’irruzione dei poliziotti nell’immobile, dove sono state trovate ben 230 piante, circondate da un impianto di illuminazione e ventilazione allacciato abusivamente alla corrente elettrica.
Di Maio è stato subito scarcerato dopo l’interrogatorio, mentre a Scarantino sono stati concessi gli arresti domiciliari. Entrambi sono difesi dall’avvocato Antonio Turrisi il quale precisa che “agli indagati non è stato contestata l’ingente quantità, visto che si tratta di foglie secche inutilizzabili o senza fioritura. Solo gli esami tossicologici potranno stabilire il principio attivo e dunque non si comprende su cosa si basino i futuribili guadagni di cui si parla”.
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25 Giugno 2015, 10:27