01 Giugno 2011, 17:34
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Sala delle Lapidi è ormai a un bivio: garantire un altro mese di stipendi alla Gesip ed evitare che la città venga nuovamente messa a ferro e fuoco o bocciare la delibera del sindaco Cammarata, mettendo da parte soldi utili che potrebbero evitare il dissesto del Comune e abbassare la tassa sui rifiuti ai cittadini. Una scelta non facile, che ha spaccato la maggioranza e messo sul piede di guerra le opposizioni e che si condisce, di ora in ora, di nuove voci e indiscrezioni, come quella confermata dal capogruppo del Pdl Giulio Tantillo secondo cui l’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, sarebbe pronto a un’anticipazione di spesa per far fronte proprio alla vicenda Gesip.
La mini-proroga per l’azienda di via Maggiore Toselli, approvata dal Consiglio il primo maggio, è ormai in scadenza, il che significa che da lunedì prossimo la società partecipata non avrà più un contratto col Comune: in pratica niente stipendi ma anche niente servizi per la città. Il governo nazionale ha promesso di inserire nella prossima manovra economica, annunciata per fine mese, un salvagente per Palermo ma nel frattempo il sindaco Diego Cammarata deve correre ai ripari e coprire il buco di giugno per evitare che il mancato pagamento delle mensilità porti nuovamente i lavoratori in strada con conseguenze imprevedibili, come accaduto lunedì quando alcuni dipendenti sono saliti sul tetto di Palazzo delle Aquile tirando tegole e calcinacci.
Come se non bastasse, il bilancio di previsione del 2011, nel quale erano stati messi da parte cinque milioni proprio per i lavoratori Gesip in modo da dare altro tempo a Roma di trovare una soluzione definitiva, non potrà essere approvato prima del 20 giugno, ovvero prima che venga esitato il Piano triennale delle opere pubbliche. Una nuova tegola sulla testa del primo cittadino che, messo alle strette, ha ideato un nuovo escamotage: utilizzare il maggiore gettito Tarsu, ricavato dalla lotta all’evasione che ha portato a scoprire un milione di metri quadrati di imponibile in più, per pagare gli stipendi. Ad oggi, il ricavato della tassa sui rifiuti permette di coprire solo il 92% del costo del servizio, il che costringe l’amministrazione ad aggiungere ogni anno altri sei milioni per pagare per intero l’Amia.
I risultati della lotta all’evasione, che ammontano appunto a sei milioni, permetterebbero di coprire il costo del servizio solo con il gettito Tarsu senza ricorrere a fondi propri del comune, che si ritroverebbe così con sei milioni in più all’anno, ovvero un’entrata strutturale già calata in bilancio per il 2011 e il 2012.
Sei milioni in più del previsto che, per essere stornati, necessitano però di un passaggio in consiglio: solo Sala delle Lapidi può aumentare il coefficiente da 0,9246 a 1 liberando le somme, ovvero fare quanto prevede la delibera del sindaco che va approvata entro il 30 giugno. Per legge, infatti, prima di fine mese la giunta dovrà stabilire le nuove tariffe per la tassa sui rifiuti e se le delibera non verrà approvata automaticamente queste scenderanno. Un’eventualità cara al centrosinistra che, con un ostruzionismo a oltranza (annunciati già oltre 1200 emendamenti), vorrebbe evitare di approvare la delibera e così permettere di usare il maggiore gettito per diminuire le aliquote della Tarsu, ovvero abbassare la tassa in favore dei cittadini.
La mancata approvazione della delibera potrebbe avere anche altre conseguenze: quando e se il governo nazionale deciderà di stanziare fondi per Gesip, potrebbe non poterlo fare verso un’azienda non più in attività, con lo spettro della liquidazione dietro l’angolo. Ma nemmeno l’eventuale approvazione, paradossalmente, garantirebbe il futuro della società: la giunta, infatti, dovrebbe comunque fare un debito fuori bilancio che poi andrebbe confermato dal consiglio in sede di approvazione del bilancio stesso. E visti i numeri delle opposizioni, la spesa potrebbe anche essere bloccata. Nel centrodestra il malcontento serpeggia: la maggioranza non appare compatta e anche fra gli assessori c’è più di un malumore. Il sindaco sarebbe deciso ad approvare il debito fuori bilancio anche senza il parere del consiglio, ma questo comporterebbe la mancata copertura finanziaria.
A tutto questo va aggiunto il pericolo del taglio degli stanziamenti regionali. La commissione Bilancio dell’Ars ha approvato all’unanimità una manovra che toglie al comune di Palermo dai sei ai 12 milioni e che ora passerà al vaglio dell’Aula. Se l’Assemblea dovesse dare il via libera, verrebbe dichiarato lo squilibrio dei conti: l’amministrazione Cammarata a quel punto dovrebbe correre immediatamente ai ripari, pena lo scioglimento. Fonti vicine al sindaco confermano che i soldi non ci sarebbero e le opposizioni chiedono pertanto che i sei milioni del maggiore gettito Tarsu vengano messi da parte per far fronte all’eventuale squilibrio.
Una situazione ingarbugliata, che si arricchisce di un nuovo elemento: secondo alcune indiscrezioni, l’assessore Armao sarebbe pronto a un’anticipazione di spesa di sei milioni per la Gesip, ma solo se la delibera verrà approvata. Un rumor confermato dal capogruppo del Pdl Giulio Tantillo: “Sì, la voce mi risulta. Comunque sia, stasera non faremo barricate. Se il centrosinistra si mostrerà irresponsabile e non farà passare la delibera, diremo alla città come stanno le cose. Faremo la nostra battaglia politica ma se le opposizioni non ce lo consentiranno, non potremo farci nulla”. Un invito al centrosinistra alla responsabilità arriva anche dal presidente della commissione Bilancio, Sebastiano Drago: “Penso che alla fine la ragionevolezza avrà il sopravvento, i colleghi dell’opposizione capiranno che l’emergenza Gesip ha la priorità su tutto”.
“Se ci sarà o no l’anticipazione non ci interessa, il problema è che questi soldi vanno presi da qualche parte”, dice il capogruppo del Pd Davide Faraone. “Voteremmo la delibera – continua Faraone – qualora vi fosse da parte del governo e dell’amministrazione una dichiarazione rispetto a quello che hanno in mente di fare, e invece non ve n’è traccia. Ci stanno chiedendo di togliere i soldi dalle tasche dei cittadini senza sapere cosa faranno dopo. La verità è non hanno idea di cosa fare e vogliono scaricare le responsabilità sugli altri. Dovrebbero avere buon senso di ammettere il fallimento e dichiarare il dissesto, anziché tirare a campare e scaricare sul prossimo sindaco tutti i problemi”.
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01 Giugno 2011, 17:34