“Servizi sanitari di base a rischio” | Il grido d’allarme della Cgil

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01 Novembre 2016, 19:18

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GIARRE. A lanciare l’ennesimo allarme sul lento ma inesorabile depauperamento dei servizi sanitari offerti nei dieci comuni del distretto sanitario 17 (Giarre, Calatabiano, Castiglione di Sicilia, Fiumefreddo di Sicilia, Linguaglossa, Mascali, Milo, Piedimonte Etneo, Riposto e Sant’Alfio) è ancora una volta la Cgil. Per il sindacato la giusta battaglia intrapresa per riottenere un servizio di emergenza/urgenza sul territorio, dopo la chiusura del Pronto soccorso dell’ospedale Sant’Isidoro, non deve però far perdere di vista i restanti servizi, oggi a rischio.

“Il dato su cui vogliamo fare riflettere i cittadini – spiega Angelo Melita, Coordinatore FP Cgil Asp Ct – non è solo la battaglia, giusta e sacrosanta ancora oggi, anche se difficile, per un servizio di emergenza. Ma tutto il resto che dà delle risposte ai cittadini non si può via via perdere. Vedi l’esempio di Radiologia. Dopo che si sono spesi migliaia di euro per allestire un servizio con apparecchiature nuove e moderne, non è possibile che si faccia funzionare solo per sei ore al giorno. E’ una scelta sbagliata da tutti i punti di vista. Lo stesso – prosegue il sindacalista – vale per il servizio di farmacia. Prima era aperto tutti i giorni e garantiva un servizio importante  per gli utenti affetti da patologie gravi. Oggi è aperto solo due giorni. Adesso gli utenti di questo distretto sono costretti a recarsi in farmacia in quei due giorni della settimana e a fare lunghissime file”.

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Altra situazione sconcertante. Pur in presenza di personale, come denunciato dalla Cgil, il sabato il servizio prelievi del laboratorio di analisi resta chiuso. Notevolmente depotenziato anche il Presidio territoriale di assistenza, dove sarebbero presenti sempre meno specialisti a garantire assistenza.

“Noi chiediamo che anche le istituzioni locali attenzionino questi problemi – dice ancora Melita – Ripeto, è giusto insistere per avere un servizio di emergenza importante, però non bisogna tralasciare, come sta succedendo, tutti gli altri servizi. Non c’è un programma serio da parte dell’azienda sanitaria provinciale per dare quantomeno sviluppo a questi servizi. E sono fondamentali per la salvaguardia della salute di questo territorio. E ci sono altri servizi a rischio. Cito – dice ancora il sindacalista – l’esempio dell’ex Inam, una struttura che ha le potenzialità ancora oggi, a distanza di anni, di garantire delle prestazioni ottimali. Ebbene, piano piano si sta smantellando. L’ascensore per i disabili da oltre tre mesi è guasto, altri servizi sono stati ridotti, vedi la riscossione ticket ma anche le prestazioni degli specialisti. Non vi è attenzione né da parte dell’Asp, né da parte delle istituzioni. La sanità è  un diritto fondamentale. Però se su questo non c’è una battaglia seria di impegno da parte di tutti, istituzioni e parti sociali – conclude Angelo Melita –  finirà che quello che rappresenta la base di un’assistenza sanitaria non ci sarà più un giorno”.

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01 Novembre 2016, 19:18

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