18 Marzo 2016, 18:50
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PALERMO – Il primo ad approfittare di lei fu Dario Nicolicchia, l’uomo che hanno arrestato per sfruttamento della prostituzione. “Una volta siamo stati nei pressi del Foto Italico, a lui piaceva avere rapporti lì con la possibilità che ci vedessero”. Il racconto della baby squillo è un viaggio nella Palermo più oscura e perversa.
Si parte dai guardoni che popolano la passeggiata a mare: “Capitava che si avvicinava gente a guardare… si è avvicinato un tipo che ha chiesto se poteva sfiorami… ha preso dei soldi e li ha offerti a Dario, alla fine ho accettato. Ci ha dato 50 euro. Aveva circa quarant’anni”. Dopo averla sfiorata “l’uomo ha cominciato a toccarmi sulle parti intime e si è masturbato” dietro un muretto. La scena si sarebbe ripetuta altre quattro volte.
Fu l’inizio di tutto. Nicolicchia e la ragazza si erano conosciuti a un festival internazionale del fumetto. Entrambi avevano la passione per il Giappone e la sua cultura. Nicolicchia capì che grazie alla ragazza, che si era presto innamorata di lui, poteva svoltare economicamente: “Ha cominciato a insistere affinché incontrassi altre persone, mi diceva che era tutto normale, che non c’era niente di male, che lui selezionava gli uomini affinché non mi facessero del male e potevamo mettere i soldi da parte per realizzare il nostro sogno di andare in Giappone”.
Partì una girandola di appuntamenti con clienti che, a dire della ragazza, credevano che fosse maggiorenne. Con alcuni divennero routinari. All’interno di uno studio legale “ho incontrato l’avvocato 25 volte, mi dava 150 euro, era una persona gentile dalla quale ci siamo allontanati perché ad un certo punto ha cominciato ad avere dubbi che fossi minorenne”.
Ormai la macchina del sesso era avviata: “Tramite l’avvocato abbiamo conosciuto altre due persone, di cui un dentista”. Era l’avvocato a prestare al medico il suo studio per gli incontri sessuali. Tra le piazze Sturzo e Croci, nei pressi del Giardino Inglese: nel salotto buono della città in tanti hanno appagato i loro istinti sessuali con la minorenne. C’era chi pagava per avere rapporti completi, chi solo per filmare con il telefonino le scene di sesso che altri praticavano, chi pagava per assistere allo “spogliarello che ho fatto mentre lui era seduto sul letto matrimoniale” nella stanza di un bed & breakfast. Si poteva contare sulla discrezione dei titolari che mai chiedevano i documenti”.
“Una volta ho avuto un incontro sessuale con un tipo che aveva la mania – racconta la ragazza – del rapporto perverso dell’incesto. Mi diceva di chiamarlo zio e mi trattava come se fossi sua nipote”. Un’altra volta l’incontro venne fissato in un parcheggio: “Non so dire con che macchina arrivò. Diceva di essere un uomo delle forze dell’ordine un poliziotto o un carabiniere. Non so dire che tipo di macchina avesse. Veniva con mezzi diversi, di colore scuro e non avevano scritte”.
Fino a quando la ragazza non si è confidata con la madre. Alla donna è caduta il mondo addosso. Ha ripensato alle sue raccomandazioni inascoltate dalla figlia. Non voleva che frequentasse Dario. Non le piaceva il fatto che un uomo si truccasse gli occhi con la matita nera e mettesse le lenti a contatto verdi fosforescenti. Dalla denuncia della madre si capisce che l’indagine non è chiusa. La figlia le ha confidato che spesso si spostava anche a Trapani e in altre città per soddisfare le richieste dei clienti. Durante una di queste trasferte aveva provato a lanciarsi dalla macchina in corsa. Voleva farla finita. Fu investita da un’altra auto, ma restò viva.
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18 Marzo 2016, 18:50