"Tu vendi la carne per bisogno" | Storie di squillo e clienti esigenti - Live Sicilia

“Tu vendi la carne per bisogno” | Storie di squillo e clienti esigenti

Le indagini sul centro massaggi di via Telesino. Le microspie svelano i retroscena che hanno portato all'arresto di quattro persone.

PALERMO - LE INTERCETTAZIONI
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PALERMO – La telefonata anonima era fin troppo dettagliata. I poliziotti del commissariato Zisa-Borgo Nuovo hanno poi raccolto le prove dell’ennesimo centro messaggi hot scoperto in città.  Innanzitutto si sono appostati davanti al civico 15 di via Telesino. E quando hanno bloccato alcuni clienti appena usciti dal palazzo che ospitava il centro massaggi, questi non hanno potuto fare altro che ammettere di avere consumato dei rapporti sessuali a pagamento. Cinquanta euro per un massaggio relax. Settanta o cento euro per un body. “Allora mezz’ora… il relax mezz’ora trenta euro più la ragazza a parte la deve pagare”, diceva Sonia Castiglione, finita in manette assieme a Gioacchino Adimino con l’accusa di avere gestito la casa di appuntamenti. Ragazze e gestori si dividevano poi gli incassi in parti prestabilite.

Gli affari andavano a gonfie vele. Gli annunci on line avevano funzionato. L’importante era soddisfare il cliente sempre con ragazze nuove. “Oggi c’è una novità… una ragazza nuova… che ha trentanove anni”, diceva la Castiglione a uno dei clienti più affezionati che aveva un solo cruccio: “Il seno ce l’hanno bello grosso o mi fa venire e poi me ne devo andare di nuovo?”. Stessi gusti per un altro cliente: “Che tipo di operatrici ci sono?… Volevo sapere se c’era qualche ragazza prosperosa”.

Le ragazze disposte a vendere il proprio corpo erano parecchie. “Roba fresca… bella in carne”, venivano definite. Molte si prostituivano per necessità. Lo sapeva pure Tommaso Gambino, ora finito ai domiciliari per favoreggiamento assieme a Cristina Pirrotta. Quest’ultima aveva gestito per un po’ il centro – si chiamava “Sotto il sole” poi è stato denominato “Sotto le stelle”. Gambino raccoglieva le confidenze delle ragazze. Le confortava: “Si fa per bisogno… perché tu ti vendi la carne per bisogno… se tu avessi un uomo accanto serio ma chi ti doveva portare qua…”.

Il mercato del sesso funziona perché la città è piena di gente disposta a mettere mano al portafogli. Alcuni clienti hanno pure cercato di convincere le ragazze ad incontrarli in albergo. Più riservato rispetto al centro massaggi: “Allora io ti spiego… io lavoro con la polizia, con i carabinieri, con la finanza… io ti ho detto una volta a te… vi vediamo fuori…”. In via Telesino si facevano vivi clienti dai gusti strani. A volte le ragazze incassavano i soldi senza fare alcuno sforzo. Così raccontava la Castiglione: “Tu lo conosci a questo? Sangue mio… allora dice le caviglie, i polpacci. Poi ti prende il pantalone a jeans. Ti fa toccare… si alza… ti abbraccia…. e si masturba… Non fai niente”. “Certo che è proprio strano”, commentava la ragazza. Strana, ma molto più strana, era la richiesta di un altro uomo: “E’ quello del martello? Io te lo dico chiaro non mi dire di infilare… perché mi fa schifo”. C’erano poi i frequentatori abituali che al sesso non rinunciavano proprio. Di soldi in tasca ne avevano pochi e chiedevano uno sconto: “Purtroppo feci delle pese… ho cinquanta euro… trenta il massaggio ho venti euro… quello che puoi fare tu fai….”.


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